La storia dei WLF in The Last of Us

Con la seconda stagione di The Last of Us, l’universo post-apocalittico creato da Naughty Dog si espande e si complica. Dopo averci presentato fazioni come le Luci, la FEDRA e la resistenza di Kansas City, la serie introduce una nuova forza dominante: il Washington Liberation Front, noto semplicemente come WLF o, più comunemente, i Lupi.

Ma chi sono davvero i WLF? E perché sono destinati a cambiare le carte in tavola, soprattutto dopo il secondo episodio?

L’introduzione dei WLF nella serie coincide con quella di Abby Anderson (Kaytlin Dever), uno dei personaggi più controversi del franchise. Dopo la strage al Saint Mary’s Hospital ad opera di Joel, Abby – ex membro delle Luci – si rifugia a Seattle con il suo gruppo, e lì si unisce ai WLF. Da qui inizia a organizzare la vendetta contro Joel, che ha ucciso suo padre e tutte le Luci.

La seconda stagione di The Last of Us ci ha già introdotto ad altri WLF: Manny (Danny Ramirez), Nora (Tati Gabrielle), Mel (Ariela Barer) e Owen (Spencer Lord).

Nati a Seattle dopo l’ennesima brutale oppressione da parte della FEDRA, i WLF sono una milizia organizzata e militarizzata che ha preso il potere con la forza, promettendo inizialmente libertà e giustizia. Ma come spesso accade nel mondo spietato di The Last of Us, chi lotta contro un regime finisce spesso per diventarne uno nuovo.

Il comando è in mano a Isaac Dixon (interpretato nella serie da Jeffrey Wright), figura autoritaria e inflessibile. Lui ha trasformato il WLF in un’organizzazione capace di prendere il controllo quasi totale di Seattle.

In città però c’è un’altra grande fazione, i Serafiti (o “Iene”), che rappresenta una controparte radicalmente diversa, religiosa e ascetica, ma altrettanto determinata a dominare.

Con un cast più corale e una narrazione che si allarga su più personaggio, la presenza del WLF segna un punto focale della serie. E, come vedremo nei prossimi episodi, il loro impatto sarà fondamentale.