Cosa ha a che fare Donald Trump con una delle scene più intense e drammatiche di Elisabeth Moss nei panni di June in The Handmaid’s Tale?

The Handmaid’s Tale si appresta a tagliare il traguardo della prima stagione con il decimo episodio previsto per mercoledì prossimo. La storia di June, vittima del nuovo regime impostosi alla guida degli Stati Uniti d’America, ci ha concesso di indagare le reazioni dell’animo umano ad un futuro incerto fatto di coercizione e subalternità per l’universo femminile. Se questa serie, tratta dall’omonimo romanzo di Margaret Atwood, è riuscita a convincere pubblico e critica, lo si deve non solo al fine lavoro di confezionamento, ma anche all’ottima scelta del cast nel quale spicca Elisabeth Moss.

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L’attrice di casa a New York ha spiegato a Elle che la sua interpretazione, specialmente all’inizio delle riprese, è stata condizionata dai recenti avvenimenti del suo paese. Nel novembre dello scorso anno, com’è noto, le elezioni presidenziali hanno cambiato radicalmente l’orientamento della politica americana, rendendo affranto gran parte dell’elettorato di sinistra e persino dei conservatori. Il caso volle che la Moss avesse appuntamento sul set proprio a partire dal giorno successivo alla nottata elettorale, seguita in diretta sino a tarda notte.

Elisabeth Moss: cosa c’entra Donald Trump con The Handmaid’s Tale?

Pur dovendosi presentare alle sei del mattino, la Moss rimase alzata fino alle due, apprendendo con rammarico della vittoria di Donald Trump. La desolazione suscitatale dalla notizia, però, scelse di metterla a profitto della sua performance del giorno successivo, quando cioè la sua Difred si sarebbe dovuta sedere di fronte al Comandante per la loro prima partita segreta a scarabeo.

“E’ difficile dire se la mia performance sarebbe stata o meno diversa, ma so ciò che stavo provando quando l’ho interpretata, e riesco a vederlo in quella scena. L’ho presa sul personale, in un modo in cui forse non avrei fatto se non fosse stato l’8 novembre. E’ stato un giorno strano e intenso”.

Frustrazione politica a parte, ora sappiamo che almeno di qualcosa possiamo essere grati persino a Donald Trump!