Lo scandalo Kevin Spacey dal suo sorgere fino ad oggi. Tra la caduta di un talento luminosissimo e il futuro incerto della perla di House of Cards.

Scandalo Kevin Spacey – La settimana appena trascorsa sarà ricordata come una delle più tristi della storia del cinema, della televisione e del teatro internazionale. Con le prime confessioni di Anthony Rapp, il coperchio di un vaso di Pandora ch’era riuscito a conservarsi intatto per più di vent’anni è stato irrimediabilmente sollevato. Ciò ha dato letteralmente la stura a chiunque si fosse sentito finora intimorito dal potere di un uomo (un altro dopo il caso Harvey Weinstein), a liberarsi di un peso insostenibile.

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Il detentore di quel vaso si chiama ahinoi Kevin Spacey. Negli anni, quest’ultimo era riuscito a guadagnarsi la stima apparentemente inossidabile di un pubblico che da un giorno all’altro ha dovuto invece guardarlo come un molestatore. Eppure, dai racconti delle sue presunte vittime e dalle dichiarazioni da lui stesso rilasciate, sembra che le cose stiano davvero così.

Non solo Anthony Rapp: l’inchiesta della CNN e le voci confermate

Oltre a Rapp, che ha ricordato per primo le molestie subite a quattordici anni, la CNN ha intervistato un anonimo assistente alla produzione di House of Cards, serie targata Netflix nella quale Spacey lavora da più di cinque anni. Nel suo racconto l’uomo sostiene di aver subito un approccio non consenziente in occasione di un passaggio offerto a Spacey per raggiungere il set. Insieme a questa testimonianza, altre otto persone coinvolte nella lavorazione dello stesso show hanno asserito di essere da tempo consapevoli delle squallide inclinazioni dell’attore.

Ma non è tutto. Perché anche il regista Tony Montana ha affermato di essere stato molestato nel 2003, mentre l’interprete Roberto Cavazos ha lasciato intendere che presso il London’s Old Vic, dove Kevin Spacey è stato direttore artistico fra il 2004 e il 2015, le sue abitudini al viscido abbordaggio o al palpeggio di giovani uomini sotto la trentina fossero persino diventate proverbiali.

Questo scenario, a dir poco inquietante, ha squarciato quel manto di riservatezza che Kevin Spacey era riuscito ad intessere di anno in anno grazie a magistrali interpretazioni cinematografiche. Colpevoli, a questo punto, di aver contribuito a un’incorruttibile influenza.

Le decisioni di Netflix sul destino di House of Cards dopo lo scandalo Kevin Spacey

Dopo la violenta scossa data da Rapp, e dopo lo strascico di oscillazioni che ne sono seguite, il castello di Kevin Spacey si appresta lentamente al crollo definitivo. Di sicuro, per il momento è disabitato. L’attore è stato infatti abbandonato da tutti, a partire dalla sua manager e dall’agenzia che lo seguiva, mentre i collegi che gli avevano attribuito premi rinomatissimi glieli hanno revocati tutti.

Anche Netflix ha tagliato completamente i rapporti con l’attore. Giovedì scorso i vertici della piattaforma hanno infatti annunciato la cancellazione di House of Cards con la sesta stagione, revocando inoltre qualsiasi coinvolgimento nel progetto del lungometraggio Gore, prodotto e diretto dallo stesso Kevin Spacey.

Pur non essendo stato ufficialmente licenziato dalla produzione di House of Cards, è stato stabilito che se la serie vorrà proseguire su Netflix, Spacey e il suo personaggio non dovranno in alcun modo più comparirvi. A meno che insomma Frank Underwood non si trasferisca altrove, la sua avventura alla Casa Bianca è conclusa con la quinta stagione.

Che fine farà Kevin Spacey?

Il futuro di Spacey è chiaramente segnato da una ferita che non solo continuerà ad alienarlo dal pubblico, ma lo allontanerà per sempre anche dal senso di appartenenza alla comunità omosessuale, opportunisticamente sbandierato nel momento meno indicato. L’attore ha dichiarato con una certa ufficialità di voler cercare un aiuto specialistico alla sua condizione. E se su tutta questa vicenda non emergeranno altri raccapriccianti particolari, è verosimile che sentiremo parlare ancora di lui, ma fra molto moltissimo tempo.