Marlene King e il cast di Pretty Little Liars tacciati di incoerenza tra le loro battaglie contro Trump e i messaggi veicolati dalla serie Freeform.

Le recriminazioni del cast e della crew di Pretty Little Liars contro Donald Trump e la sua politica, imperniata su principi potenzialmente anticostituzionali, non sono apparse proprio a tutti legittime. Sono bastati infatti gli ultimi messaggi di solidarietà di Marlene King nei riguardi di immigrati ed altre categorie sensibili alle conseguenze delle misure governative concepite dal presidente, per scatenare la reazione indignata di una spettatrice, che ha tuonato:

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“Sono una tua fan e di Pretty Little Liars, ma proprio non capisco come fai a promuovere i diritti delle donne ed essere contro Trump, e concedere ad Ezra, un predatore, il lieto fine”.

La King si è limitata a rispondere alla ragazza con uno sbigottito “Lo stai dicendo seriamente?”, alludendo probabilmente a quello che tutti giustamente pensano, vale a dire che bisogna saper distinguere finzione e realtà delle cose, e Pretty Little Liars appartiene fino a prova contraria alla sfera dell’immaginazione. Eppure è vero anche che il cliché del professore che si innamora della propria studentessa, se da una parte fa tanto romanzo d’appendice, dall’altra è una circostanza ahinoi ricorsiva anche nella realtà, dove il più delle volte si fonda però su un umiliante gioco (e abuso) di potere tra i due ruoli. Casi come questo, dunque, non dovrebbero effettivamente essere dipinti soltanto secondo una prospettiva romantica, ma bisognerebbe approfittare proprio della portata dello strumento televisivo – che è una macchina dell’immaginazione e al tempo stesso un mediumper stigmatizzarli.

Ma quali sono le posizioni degli altri fan a tal proposito?

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