Intervista a Pio Stellaccio

Oggi è uno degli attori più talentosi del momento, ma la passione per la recitazione Pio Stellaccio l’ha scoperta “solamente” a 19 anni. Dopo aver iniziato gli studi presso l’Accademia Nazionale D’Arte Drammatica “Silvio D’Amico” e dopo essersi diplomato in recitazione nel 2006, l’attore ha iniziato a lavorare in teatro con alcuni importanti registi, tra i quali Lorenzo Salveti, Piero Maccarinelli, Fausto Paravidino, Silvio Peroni e Mattew Lanton.

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Nel corso degli anni Stellaccio ha vinto per ben due volte il premio teatrale ‘Attilio Corsini – Salviamo i talenti’. Con il corto “Totore” di Stefano Russo ha portato a casa il premio come miglior attore nei festival di Gaeta, Istrana e Novara. In televisione ha preso parte a numerose fiction di successo, tra cui “La nuova squadra”, “Il maresciallo Rocca e l’amico d’infanzia”, “Don Matteo”, “Che Dio ci aiuti”, “Mina Settembre” e “Un Professore”.

Questi sono solo alcuni dei traguardi raggiunti da Pio Stellaccio, che oggi troviamo nel cast di una delle fiction più importanti e amate al mondo: L’Amica Geniale 4. Proprio in queste settimane su Rai Uno sta andando in onda l’ultima stagione della fortunata serie, tratta dall’opera di Elena Ferrante.

All’interno della fiction Stellaccio veste i panni di Enzo Scanno e di recente ci ha raccontato i retroscena del suo personaggio e di questo importantissimo ruolo arrivato inaspettatamente.

D: Nel corso degli anni hai partecipato a diversi spettacoli teatrali e anche a numerose fiction di successo. Ci racconti com’è nata la passione per la recitazione e quando hai capito che questa sarebbe stata la tua strada?

R: Io ero un ragazzino timidissimo. A 17 anni diventavo ancora rosso in faccia, mi imbarazzavo a parlare con una ragazza. Ancora oggi sono uno molto emotivo e timido, ma il teatro mi ha salvato ed è successo a 19 anni. C’è stata una mia amica che mi ha spinto a fare una piccola parte in “Natale in casa Cupiello” con una compagnia del mio paese, che si chiama Compagnia Instabile. Ho iniziato con un questa piccolissima parte e la prima volta che sono salito sul palco ero tranquillo. Si era calmato tutto. Attraverso le parole di un altro, che magari erano le mie ma che non riuscivo a palesare, mi trasformavo completamente. Da lì ho cominciato a studiare, prima a Napoli, poi ho provato in Accademia a 25 anni. Mi presero e la mia vita ha avuto una svolta.

D: Quest’anno sei nel cast de L’Amica Geniale, che in questi anni è diventato un fenomeno mondiale. Addirittura il NY Times ha definito il romanzo di Elena Ferrante il più bello degli ultimi 25 anni. Cosa significa per te lavorare a questo progetto? 

R: È stata un’emozione e un orgoglio enorme. Non ho ancora il polso effettivo di quello che abbiamo fatto. Penso sempre che abbiamo fatto solo una fiction, non stiamo salvando vite umane. Però un’altra parte di me dice che attraverso il racconto di questi personaggi, soprattutto grazie a ruoli come questo, mi sento vicino all’uomo che vorrei diventare e a cui aspiro sempre di più e sento che possiamo smuovere delle coscienze. Questo è un romanzo che muove le menti e i corpi a vari livelli. Tocca generazioni e persone singole. Non è quel tipo di racconto che attira l’attenzione del pubblico in maniera falsa. Ognuno si riconosce in qualche sfumatura sia di quello buono che di quello cattivo, è molto onesto il racconto della Ferrante. È quella la forza che ha. 

D: Nella serie interpreti Enzo Scanno, che è un po’ l’unico vero bravo ragazzo della serie. Enzo si prende cura di Lila, in uno dei momenti più difficili della sua vita, e accetta di crescere suo figlio come se fosse il suo. Cosa ti ha lasciato il suo personaggio e quanto c’è di lui in te?

R: Il ruolo di Enzo è arrivato in un momento della mia vita in cui avevo preso coscienza dell’uomo che vorrei essere e vorrei diventare. Sono stato fortunato a crescere in una famiglia con dei principi molto sani. Ho un background familiare che è molto vicino a quello che ha avuto Enzo. La cosa che cerco di fare è di andare nella direzione di quell’umanità che ha Enzo. Lui è molto solido. Ha accettato le sue debolezze e i suoi punti di forza. Sa mettersi in secondo piano rispetto a Lila, ma non perché lui sia subordinato a Lila, ma perché ne capisce le fragilità e quindi cerca di accoglierle sapendo che quello è il modo giusto per amarla. Enzo è uno con due cogl**ni enormi, è uno fortissimo, non è il classico buono fesso. La figura di Enzo è quella di un maschio vero. Amo profondamente questo personaggio.

D: Nelle prime stagioni è Giovanni Buselli a interpretare Enzo. Hai avuto modo di sentirlo prima di iniziare questa esperienza e se sì che che consigli ti ha dato?

R: Non ci sono stati più di tanto consigli. Io e Giovanni abbiamo giocato qualche volta nella Nazionale Attori. Ci siamo conosciuti lì, ma a me non era mai venuto in mente, quando facevano i provini per questa ultima stagione, di poter fare quel personaggio. Quando poi mi è arrivato il provino mi sono accorto che c’era una grande somiglianza con Giovanni, tanto è vero che poi ho fatto un unico provino, mentre altri ne hanno dovuti fare parecchi. Pochi giorni dopo aver saputo di essere stato preso, è stato Giovanni a scrivermi un messaggio dicendomi che aveva saputo la notizia e quindi l’ho subito chiamato. Era molto contento per me perché ci stimiamo. Lo stimo come attore e anche come persona. Non manco di dire in nessuna intervista che lo ringrazio per il lavoro che ha fatto. Lui ha dato un volto e delle caratteristiche al personaggio.

Pio Stellaccio foto di Andrea D’Elia ufficio stampa Emiliano Nivelli

D: Attualmente stai lavorando al film “Champagne” (biopic su Peppino Di Capri), cosa puoi anticiparci su questo progetto? 

R: È stato un piacere lavorarci. Nel film interpreto il papà di Peppino Di Capri. Il racconto parte da quando lui aveva 5 anni e arriva fino a quando arriva a Sanremo. È stato molto interessante. Ho rivissuto dalla parte del genitore diversi episodi della mia vita che avevo invece vissuto come figlio. È stato un lavoro molto bello, abbiamo girato diversi giorni a Capri, è stato stupendo stare in quei luoghi meravigliosi, anche nella villa di Peppino stesso. Per quello che posso raccontare, è stato un bel lavoro. Poi è un piacere lavorare con Cinzia TH Torrini, che è stata una delle prime registe che ho incontrato quando sono uscito dall’Accademia. Sono molto soddisfatto di questo lavoro.

D: Hai un sogno nel cassetto che speri di realizzare?

R: Sogno il cinema, che è stata la direzione, un po’ per diverse casualità, che non ho preso. Dovevo girare due film all’inizio della mia carriera, dopo l’Accademia, ma, una volta per un incidente grave che feci e un’altra volta perché avevo iniziato una tournée teatrale importante, dovetti rinunciare. Io sono uno che tiene all’onestà e alla parola data. Non avrei mai lasciato gli altri a piedi per la tournée. Adesso quindi la cosa che spero per il mio futuro è la direzione del cinema, che è un mondo fantastico. Spero di riuscire a raggiungere quell’obiettivo nel futuro. 

D: Domanda fatidica: chi è per te l’amica geniale tra Lila ed Elena e perché? 

R: Nel mio modo di vedere, è sempre stata un po’ Lila quella geniale. È quella che è riuscita a tirare fuori, attraverso la sua intelligenza e la sua volontà, diamanti da situazione critiche. Nel racconto in realtà è Lila che dice a Lenù: “tu sei la mia amica geniale”. In realtà è una sovrapposizione continua di questa genialità. Un’altra cosa straordinaria della Ferrante è che riesce a raccontare con onestà l’invidia di due amiche l’una per l’altra. L’una invidia la genialità dell’altra e vorrebbe rubare qualcosa del suo carattere e di quel suo modo di essere forte o debole. È un po’ a metà strada in realtà la cosa.