Pier Luigi Pasino e l’importanza delle donne come Lidia Poet – INTERVISTA
Pier Luigi Pasino, tra i protagonisti della nuova serie di Netflix “La legge di Lidia Poet”, si racconta a Ciak Generation
Pier Luigi Pasino presenta La legge di Lidia Poet
Entra nel nostro gruppo WhatsApp per esser sempre aggiornato su serie tv e cinemaRiusciamo a beccare telefonicamente Pier Luigi Pasino prima del suo ingresso in scena. L’attore è infatti impegnato a teatro con lo spettacolo “Thanks for Vaselina” della compagnia Carrozzeria Orfeo. “È una commedia contemporanea – ha raccontato – È uno spettacolo ambientato in un salotto con protagonista una famiglia disfunzionale in cui c’è una madre ludopatica, un padre scappato di casa che torna a distanza di tempo dopo aver cambiato sesso, il figlio coltiva marijuana con un amico, una ragazza rimasta per strada e con una situazione familiare complessa“.
Pasino è tra i protagonisti de La legge di Lidia Poet, la nuova serie tv Netflix che ha debuttato il 15 febbraio sul catalogo, e che vede nel cast anche Matilda De Angelis ed Eduardo Scarpetta. La Poet è un personaggio realmente esistito ed è stata la prima donna in Italia ad entrare nell’Ordine degli Avvocati. Tante le battaglie combattute dalla donna nel corso della sua carriera, come quella a favore del suffragio universale. Il ruolo di Pier Luigi Pasino è quello di Enrico, fratello della protagonista.
D: Come lo descriveresti?
R: Enrico Poet è un avvocato, un uomo molto rigido e conformista. Un uomo figlio del suo tempo, che non mette in discussione ciò che dice la legge e ciò che dice il padre, che di fatto lo allontana da sua sorella Lidia. Quando Enrico e Lidia si rivedono dopo tantissimo tempo, molti segreti di famiglia verranno risolti e svelati. Inizialmente questo modo di essere di Enrico viene minato quando Lidia, senza soldi e rifiutata dall’Ordine degli Avvocati, andrà a vivere da lui. Saranno costretti a vivere insieme e inizieranno una collaborazione. Questa convivenza forzata li porterà a riscoprirsi.
D: Come descriveresti con un solo aggettivo Matilda De Angelis e Eduardo Scarpetta, tuoi colleghi nella serie?
R: Matilda è una donna molto intelligente e questo traspare dalla sua recitazione. Eduardo è una persona simpatica e questo è un elemento che caratterizza fortemente la sua recitazione e il modo in cui vive le dinamiche di gruppo sul set.
D: Cosa c’è in Enrico simile a te e in cosa è invece completamente distante?
R: Enrico è una persona totalmente distante da me. Ho dovuto fare un grande lavoro di avvicinamento al personaggio perché io sono una persona molto morbida ed espansiva, mentre lui è rigido e scostante. La cosa che mi ha aiutato maggiormente è l’ironia, è molto simile alla mia. Ha un tipo di humor all’inglese che mi si confà molto.
D: La disuguaglianza tra uomini e donne nel settore lavorativo raccontato ne “La legge di Lidia Poët” è purtroppo ancora oggi un argomento di stringente attualità. C’è ancora tanto da fare?
R: Il mondo sta cambiando ma non abbastanza. Quando si parla di Lidia Poet questo (della disuguaglianza tra uomini e donne, ndr) è uno degli argomenti che viene sempre fuori. Viviamo in un tempo in cui purtroppo i diritti delle donne e la parità sono messi in pericolo. Io credo che in un mondo governato da uomini che fanno la guerra, purtroppo, se non cambiano gli uomini è difficile creare un mondo nuovo. Per quanto siano dirompenti certe spinte innovatrici come quelle di Lidia, c’è bisogno di creare un terreno più favorevole da chi sta ai vertici. Sono delle forze che vanno protette e vanno alimentate e fatte prosperare per il bene di tutti. È una rivoluzione non politica ma umana. Un cambiamento del genere fa bene a tutta l’umanità.
D: Negli ultimi anni la tv e il cinema ci hanno proposto diversi biopic, raccontando la storia di personaggi realmente esistiti. C’è qualcuno che ti piacerebbe interpretare?
R: Giorgio Gaber, sicuramente. È uno degli artisti più importanti del nostro paese. In passato si è parlato di un progetto proprio su di lui che però non è andato in porto. Sarebbe bello riprenderlo. Mi piacerebbe interpretare anche Sandro Pertini, in generale quei grandi esseri umani che hanno cambiato la storia del nostro paese.
D: Cinema, tv, teatro e anche musica: c’è qualcosa che sogni di fare in uno di questi ambiti e che ancora non ti è stato proposto?
R: In questo momento mi gira nella testa l’idea di fare un musical in stile “La La Land” ma che parli degli ultimi, delle persone ai margini della società. Genova potrebbe essere, ad esempio, un ottimo set. Penso che ci siano dei linguaggi non convenzionali che, se vengono esplorati, soprattutto al cinema, portano una carica emotiva molto forte. Non sempre tutto va trasmesso con le parole.
D: La tua serie tv preferita in assoluto?
R: Quando parlo di serie tv mi viene in mente Breaking Bad. Non ho mai visto niente di così epico all’interno di una serie tv contemporanea. È ormai diventato un classico.