Netflix finisce nei guai per Stranger Things: secondo la Irish Rover Entertainment lo show dei fratelli Duffer sarebbe il plagio di un’altra serie TV.

Brutto risveglio per Netflix, che proprio nella giornata in cui divulga alla stampa di aver guadagnato altri 10 milioni di abbonati nel mondo viene anche citato in giudizio per plagio a causa di Stranger Things. Sia la piattaforma che fa capo a Reed Hastings sia i fratelli Duffer sarebbero colpevoli di aver copiato l’idea della serie a un altro autore.

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Trattasi del quarantatreenne Jeffrey Kennedy, che ancora oggi starebbe sviluppando il progetto di Totem, il quale stando alla casa di produzione Irish Rover Entertainment avrebbe diversi punti in comune con Stranger Things.

Nel concepire il proprio show, Kennedy si sarebbe ispirato all’amicizia d’infanzia con un bambino affetto da epilessia. Durante le convulsioni, il piccolo sosteneva di viaggiare in un mondo ultraterreno abitato da demoni, e nei loro giochi lui e Kennedy immaginavano di combattere contro di essi.

Attraverso Totem Kennedy avrebbe rielaborato l’esperienza e creato il personaggio di Kimimela o “Kimi”, dotata di poteri sovrannaturali. Con l’aiuto degli amici, Kimi individua un portale che la conduce in una realtà alternativa. Qui combatte il malvagio spirito Azrael e il suo esercito.

Così posta, è indubbio che la trama abbia numerosi punti di contatto con quella della serie Netflix, dove Undici (“Undi”) ha doti straordinarie e sconfigge il Demogorgone nel Sottosopra.

La ragione principale di questa somiglianza tra Totem e Stranger Things, somiglianza già definita un mero plagio, starebbe nella figura di Aaron Sims. Questi ha lavorato come concept artist di Totem prima di approdare nella squadra di Stranger Things. Le idee di Kennedy, insomma, sarebbero confluite nello show di Netflix per tramite suo, facendo la fortuna dei Duffer.

Tutti i casi di presunto plagio nel mondo delle serie TV

Quello di Stranger Things non è il primo caso di serie TV accusata di plagio. Negli ultimi tempi abbiamo assistito alla citazione in giudizio di diversi altri autori. A cominciare dal maestro dell’horror M. Nigh Shyamalan, il cui Servant trasmesso da Apple TV ha attirato l’attenzione dei produttori di The Truth About Emanuel. Il tribunale, in questo caso, ha però respinto le accuse.

Nel 2010, invece, i fratelli Christensen hanno accusato i creatori di Royal Pains di aver realizzato uno show con la loro idea, già proposta allo stesso network nel 2005. Anche in questo caso, la giuria ha respinto ogni imputazione provocando un nulla di fatto.

Nemmeno Stranger Things è però nuovo a questo genere di accuse, perché la serie fu accusata di plagio anche lo scorso anno.

A farsi avanti era stato Charlie Kessler, che millantava di aver avuto la medesima idea dei fratelli Duffer nel suo The Montauk Project. La storia in questione raccontava di una cittadina di provincia in cui avvenivano strani eventi. Se in questo caso le accuse apparivano troppo vaghe, nel caso odierno i dubbi rischiano di rivelarsi molti di più. Riusciranno quindi i Duffer (e Netflix) ad evitare il peggio anche stavolta?