La performance di Mirko Cannella in Saltburn come esempio di grande doppiaggio

Si è parlato molto di Saltburn nelle ultime settimane. Il film è stato un grande protagonista soprattutto sui social. Qui i maggiori apprezzamenti hanno coinvolto Jacob Elordi e Barry Keoghan, così come Rosamund Pike, la cui Elspeth ha ammaliato gli spettatori.

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Grande pubblicità hanno ricevuto poi alcune scene particolari del film, che hanno fatto un po’ scalpore. Non facciamo riferimento solamente alla famigerata sequenza della vasca da bagno, ma anche al momento che ha visto Keoghan al cimitero.

In Italia, come in altri Paesi, Saltburn non ha debuttato al cinema, ma è uscito direttamente sulla piattaforma streaming di Amazon. Prime Video ha messo a disposizione dei suoi abbonati sia il doppiaggio italiano, che la possibilità di vedere il film in lingua originale.

Siamo certi che in molti avranno optato per seguire la storia in inglese, magari con i sottotitoli in italiano o anche senza. Sono, infatti, anni ormai che il doppiaggio viene sminuito o condannato.

C’è chi lo fa solo per moda, perché crede di darsi un tono dicendo di guardare tutto in lingua, ma tiene conto solamente di produzioni in inglese. Chi invece non vuole intermediari tra sé e l’originale. Chi lo considera il peggiore dei tradimenti.

Anche tra gli addetti ai lavori c’è chi parla effettivamente di tradimento, ma l’intento è sempre quello di “tradire” nella maniera più onesta possibile. Così ad esempio sosteneva Ludovica Modugno, attrice, doppiatrice e direttrice del doppiaggio.

Di fronte a chi sminuisce quest’arte, senza poi nemmeno sapere cosa c’è realmente dietro, noi oggi vogliamo rispondere celebrando il lavoro delle nostre voci e di tutte le personalità coinvolte, prendendo Saltburn come esempio.

Infatti, tutti quelli che hanno scelto di dare ancora una volta fiducia al doppiaggio, come noi, vedendo il film in italiano hanno potuto godere di un’esperienza altrettanto incredibile.

Alla versione italiana ci ha pensato una squadra decisamente rodata nei vari ruoli. Le voci che ci hanno raccontato la storia di Saltburn sono quelle di Mirko Cannella, Emanuele Ruzza, Francesca Fiorentini, Luca Ward, Lucrezia Marricchi, Riccardo Suarez e Valentina Mari.

La direzione del doppiaggio è di Claudia Razzi, altra attrice e doppiatrice dalla carriera scintillante. Ai dialoghi, invece, troviamo Emanuela D’Amico, con esperienza alle spalle sia da dialoghista che al leggio.

Dal momento, però, che si è parlato soprattutto di Barry Keoghan, in questo caso vogliamo concentrarci su Mirko Cannella, che per stare dietro all’attore irlandese ha fatto un lavoro magistrale.

Cannella, che vi è sicuramente capitato di ascoltare numerose volte, è stato l’ennesima dimostrazione che il doppiaggio è davvero un’arte in cui gli italiani eccellono.

Possiamo dire tutto quello che vogliamo sul fatto che non guardando un prodotto in lingua originale si perdono determinate sfumature, dettagli nei dialoghi che magari per forza di cose devono essere cambiati e chi più ne ha più ne metta.

Ma per la mansione richiesta, per i tempi concessi alla lavorazione, quando ad occuparsene sono dei professionisti come in questo caso, siamo delle star.

Il personaggio di Oliver Quick ci è stato restituito con estrema fedeltà, in tutte le sue complesse sfumature. La voce di Mirko Cannella in Saltburn si fonde perfettamente con il personaggio, regalando un’esperienza altrettanto coinvolgente per il pubblico italiano.

Azzardiamo dicendo forse anche più coinvolgente rispetto a chi ha optato per la lingua originale con i sottotitoli, che inevitabilmente distolgono l’attenzione su altri aspetti della recitazione di Barry Keoghan e colleghi.

La performance di Cannella nel ruolo di Oliver Quick è un esempio tangibile della qualità del doppiaggio italiano. Guardando il film non c’è nulla che stride. Tutto fila liscio. L’attenzione, per quanto possibile, al sync e l’impegno nel preservare l’essenza originale sono una chiara dimostrazione di qualità.

Possiamo, quindi, concludere dicendo che l’interpretazione di Mirko Cannella è un esempio lampante di come il doppiaggio italiano continui a distinguersi come un’eccellenza nel panorama cinematografico e televisivo, checché se ne dica.