Martina Lampugnani, tra musica e Gloria: “Voglio lavorare con l’arte” – INTERVISTA
Abbiamo intervistato Martina Lampugnani, l’attrice che interpreta il ruolo di Emma nella fiction di Rai Uno Gloria
Parla Martina Lampugnani
La musica è la primo tratto in comune tra Martina Lampugnani ed Emma, il personaggio che interpreta in Gloria. Nella fiction in tre serate di Rai Uno l’attrice veste i panni della figlia della protagonista interpretata da Sabrina Ferilli.
Entra nel nostro gruppo WhatsApp per esser sempre aggiornato su serie tv e cinemaEmma vive un rapporto conflittuale con sua madre, che sembra quasi sottovalutare il suo sogno e non credere nelle sue capacità. Cantare però non è soltanto un hobby per la ventenne, che cerca di seguire la sua strada contando unicamente sulle sue forze e desiderando soltanto il sostegno della madre.
Un ruolo molto importante per la Lampugnani, che le ha permesso di approdare in una delle fiction più amate di questa stagione televisiva. E proprio per questa ragione Martina nutre un affetto particolare con Emma. Il mondo dello spettacolo ha segnato il suo percorso di crescita sin dalla tenera età.
Aveva appena 6 anni quando ha iniziato a suonare un pianoforte. Le sette note l’hanno accompagnata e continuano a essere al suo fianco ancora oggi, fino a un istante prima di entrare in scena. Martina Lampugnani guarda tutto quello che ha fatto (e che non ha fatto) con orgoglio, consapevole che ogni esperienza può essere utile a formarla come attrice e come persona.
Abbiamo chiacchierato con lei a qualche ora dalle ultime due puntate di Gloria. Ecco cosa ci ha raccontato
D: Emma, il tuo personaggio in Gloria, è una ragazza molto forte e ribelle ma allo stesso tempo fragile. Cosa ti ha conquistato di questo ruolo?
R: Quello che mi ha conquistato di Emma è proprio questa sua dualità tra luci ed ombre: Emma porta con sé molta freschezza e naturalezza, al contempo però soffre molto e questa cosa la fa arrabbiare ed è per questo che diventa ribelle. Ma da cosa si sta ribellando realmente? Emma si sta ribellando al disagio interiore che sente e che deriva da una condizione che non le sta piacendo e non la sta facendo sentire amata/voluta/vista da una persona che lei ama moltissimo. Emma è anche molto emotiva, qualsiasi cosa la colpisce a 360 gradi e non ha mai paura di agire, infatti è anche una ragazza coraggiosa.
D: Questa sua duplice essenza la porta anche ad avere un rapporto conflittuale con sua madre Gloria…
R: Emma è diversa dalla mamma. E vorrebbe essere accettata per quella che è. Lei sogna di fare la musicista, vuole farcela con le proprie gambe, è all’inizio del suo viaggio musicale e di vita, e l’unica cosa che vuole è una madre che la faccia sentire amata, che la sostenga, che la ascolti. Questo non significa che non si amino, anzi. Si amano tantissimo. E negli episodi questo amore si vede in più dettagli: vi ricordate quando Gloria dice a Manlio e Iole “Non posso mentire, avete visto la faccia di Emma?” oppure quando di nascosto la va ad ascoltare al pub? Oppure quando Emma si fionda a casa della madre dicendole che non può morire? L’amore c’è, ed è profondo. Solo che c’è anche tanta difficoltà di comunicazione tra la madre che è impegnata e concentrata su se stessa e la figlia che cerca in tutti i modi di farsi vedere da lei, anche risultando impertinente e antipatica (magari così facendo mia madre mi nota di più). E io spero che questo sia uno spunto di riflessione per il rapporto genitori/figli di chi guarda da casa.
D: In Gloria interpreti la figlia di Sabrina Ferilli e Sergio Assisi, due volti storici della fiction italiana. Che cosa hai imparato, vivendoli e vedendoli sul campo, da tua ‘madre’ e da tuo ‘padre’?
R: Tantissimo! Sabrina è davvero instancabile, arriva sul set inizia a lavorare e non si ferma mai. È sempre presente, con tutta se stessa. In tutti i mesi in cui abbiamo girato non le è mai calata l’energia, eppure non era un personaggio facile da interpretare per Sabrina, perché Gloria fa cose che Sabri non farebbe mai quindi è doppiamente difficile mantenere le radici nel personaggio. E dopo tutta la carriera alle spalle, Sabrina ha comunque voluto sfidare se stessa. Per me questa è stata una grande ispirazione, io davvero la guardavo con i miei occhioni e facevo tesoro di tutto ciò che mi diceva o che diceva in generale. E anche nei momenti di svago che abbiamo avuto c’è sempre stata molta profondità, per questo che siamo rimaste legate anche dopo la serie.
Sergio è il sole. Sergio è molto profondo e riesce anche lui ad entrare in empatia molto facilmente, inoltre porta con sè un energia molto forte. Sul set nei momenti di pausa ci capitava di passare del tempo insieme in cui abbiamo avuto davvero modo di conoscerci e io ho sempre ascoltato con grandissimo interesse tutto ciò che mi raccontava, dalle sue esperienze ai suoi punti di vista, mi ha fatto viaggiare con l’immaginazione portandomi nei posti del suo passato, dandomi consigli con il cuore, e ho imparato davvero tanto, ma soprattutto la sua è una presenza luminosa, che rimane davvero dentro al cuore. Più cresco più mi rendo conto di quanto coraggio sia necessario per fondare la propria carriera in maniera duratura come hanno fatto loro, per questo ammiro molto chi ha percorso questa strada prima di me, trovando a suo modo il proprio equilibrio e che con tanta generosità condivide la sua storia.
D: Che rapporto avresti con Emma se fosse reale?
R: Emma sa essere una buon’amica, così come Martina. Credo che probabilmente andremmo da qualche parte ad ascoltare musica live o faremmo qualche jam session insieme, senza farci mancare giornate intere di pianto davanti alla tv, abbracciate.
D: La musica è una parte fondamentale di Emma ma lo è anche per te, non è così?
R: Assolutamente. Studio pianoforte da quando ero piccolissima (a 6 anni ho iniziato la Scuola di Musica) e ad oggi la musica è la mia compagna di avventure, la mia compagna di vita. A casa capita spesso che mi metto al pianoforte e inizio ad improvvisare, so che ho qualcosa da dire, qualcosa da buttare fuori, ma lascio che siano le mie mani a parlare, spengo le luci e inizio a suonare. Altre volte ho proprio voglia di imparare qualcosa di nuovo e allora semplicemente prendo uno spartito e inizio a studiare.
D: Ascolti un artista, un album o una playlist in particolare prima di andare in scena?
R: Sì, collego molto la musica al cinema. Sono molto fan delle colonne sonore (Hans Zimmer). Infatti per me ogni personaggio ed ogni scena hanno la propria colonna sonora. Per prepararmi nelle scene ho creato una playlist dedicata apposta ad Emma, per ogni scena una canzone o un brano diverso. Ascolto veramente di tutto, mi piace esplorare nella musica così come esploro i personaggi che interpreto. Non credo sia giusto fossilizzarsi sugli stessi artisti o le stesse canzoni, quindi in base alla scena e al personaggio la playlist è diversa.
D: Visto il successo che sta ottenendo la prima stagione, non è esclusa la produzione di una seconda stagione. Si sa qualcosa? Ti piacerebbe tornare a vestire i panni di Emma?
R: Non si sa ancora nulla per quanto riguarda un’eventuale seconda stagione e io sono molto scaramantica come persona perciò vedremo, in caso contrario sono curiosa di vedere quale sarà il mio prossimo ruolo. Se dovessi tornare nei panni di Emma ovviamente sarebbe una Emma cresciuta quindi sicuramente avrebbe delle sfaccettature e delle sfumature nuove, e questo mi incuriosisce tantissimo, continuare ad esplorare per scoprire cose nuove per me e per lei.
D: Che effetto fa rivedersi su Rai Uno?
R: Se devo essere sincera io mi trovo sempre qualche difetto. Sono molto critica con me stessa. So che sono agli inizi e devo continuare ad impegnarmi e a studiare. Al contempo a volte rivedendomi sento le stesse emozioni che ho provato in quel momento sul set, tipo memoria emotiva, mi piace. Ma la parte più bella è vedere mamma e nonna davanti alla Tv con gli occhi colmi di gioia ed emozione.
D: Si può dire che tu sia cresciuta su un palcoscenico. Quando hai capito che la recitazione sarebbe stata la strada da percorrere?
R: Da quando sono piccola mi sono sempre detta: io voglio lavorare con l’arte. A 7 anni il mio primo spettacolo teatrale parlava dei bambini poveri. Che non avevano una voce per parlare. Gliel’abbiamo data noi sul palco. E già a quell’età avevo capito quanto fosse importante il mestiere dell’attore. Poi ho lavorato in America e ho fatto Jasmine in Aladin. E quando sono scesa dal palco c’erano un sacco di persone di tutte le età entusiaste e felici dopo aver visto lo spettacolo. E ho capito quanto sia importante entrare davvero nei panni di una persona e per farlo ci vuole tantissimo coraggio, bisogna sporcarsi, immergersi negli abissi della propria anima e ritirarsi su. Portare in vita personaggi che possano aiutare/emozionare/fare sentire meno solo chi li sta guardando. Per me è ciò che c’è di più bello.
D: C’è stato un provino che non è andato come speravi e che pensi sia stato un’occasione persa?
R: Ci sono stati più di un provino che non sono andati come speravo, ma non le reputo occasioni perse, anzi. Sono stati grandi occasioni per poter migliorare e crescere. Sono state esperienze di cui ho fatto tesoro. Tutti abbiamo avuto dei no più o meno gravi (pensa a Meryl Streep per KingKong), ma ciò che conta è quello che impariamo da essi. E probabilmente ci danno anche la misura di quanto ci teniamo per aver comunque la costanza di andare avanti su questa strada nonostante tutte le “porte in faccia”, che uno non lo dice mai, ma lì per lì fanno soffrire molto.
D: La tua serie tv preferita in assoluto?
R: Io amo moltissimo il cinema in realtà, quindi le serie tv che ho visto non sono tantissime ma posso dire che la mia preferita, essendo io un’anima molto dark, è senza dubbio American Horror Story. Questa l’ho vista almeno 3 volte. Ho adorato soprattutto Jessica Lange e anche Emma Roberts.