Mare Fuori 4, la scena inserita da Massimiliano Caiazzo e Matteo Paolillo

Una scena speciale in Mare Fuori 4

Ci sono scene in Mare Fuori 4 che assumono un significato ancor più speciale. La quarta stagione della serie prodotta da Picomedia ha debuttato lo scorso 1 febbraio su RaiPlay. I primi sei episodi sono stati caricati nel catalogo digitale della piattaforma streaming e, in pochissime ore, hanno ottenuto numeri da record.

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Nella prima notte di messa in onda le puntate hanno raccolto cumulativamente più due milioni e mezzo di views annientando i numeri (già da record) registrati nello stesso arco di tempo dalla stagione precedente. C’era molta attesa da parte dei fan per il kickoff della quarta annata, che ripartiva esattamente dal cliffhanger con cui è terminato l’ultimo episodio.

Tante le scene speciali a cui il pubblico ha assistito in questa prima metà di stagione. Ma ce n’è una in particolare che ha catturato l’attenzione dei telespettatori, proprio per la storia che c’è dietro. Chi segue la serie sa perfettamente che tra i personaggi di Carmine ed Edoardo non scorre buon sangue.

I due detenuti appartengono a due clan differenti e, soprattutto il secondo, vede il primo come un nemico da annientare. Proprio per questo in molti hanno assistito con particolare sorpresa a un momento tra Di Salvo e Conte che appare inaspettato.

Carmine ed Edoardo parlano, forse per la prima volta, come se non fossero due nemici. Si scambiano una sigaretta e si raccontano le loro vite, facendo riferimento anche ai rispettivi figli. A quanto pare questa scena di Mare Fuori 4 nasce da un suggerimento dato agli sceneggiatori e al regista dai rispettivi interpreti.

Secondo quanto emerso nel web sarebbero stati Massimiliano Caiazzo e Matteo Paolillo a suggerire l’introduzione di questo momento. Si tratterebbe di una sorta di metafora in cui i due attori, parlando dei figli, si riferiscono in realtà a loro stessi e di quanto sono cresciuti sul set della serie.

Un momento che assume perciò un significato ancor più speciale, proprio perché c’è qualcosa che lega ancor di più personaggio a interprete.