Ciak Generation ha intervistato Lucio Provenza, interprete di Peppe ne L’amica geniale 4. Conosciamo meglio la sua storia tra carriera, vita privata, età, Instagram, film e serie tv

Chi è Lucio Provenza, Peppe ne L’amica geniale 4: età, Instagram, film e serie tv

Entra nel nostro gruppo WhatsApp per esser sempre aggiornato su serie tv e cinema

Per conoscere meglio Lucio Provenza partiamo da qualche informazione in più sulla sua biografia. Nasce a Battipaglia nel 1996, per cui ha l’età di 28 anni. Muove i primi passi nel mondo della recitazione grazie ad alcuni spettacoli teatrali locali. Successivamente decide di trasferirsi a Roma, dove continua a formarsi presso un’accademia privata. Nel 2017 partecipa come concorrente al talent show Italia’s Got Talent e viene notato per un particolare monologo che unisce A’Livella di Totò con Gomorra. L’esibizione diventa un successo e ottiene più di 20 milioni di views in pochi giorni. Lucio Provenza ha un profilo Instagram che attualmente conta più di 1000 seguaci.

Film e serie tv

Prima di ottenere il ruolo di Peppe ne L’amica geniale 4 Lucio Provenza è apparso in diverse serie tv di successo e in alcuni film. Il suo debutto sul piccolo schermo è avvenuto nel 2019 con Rosy Abate 2 – La serie, su Canale 5. Il primo film è arrivato nel 2021 ed è stato Yara, diretto da Marco Tullio Giordana su Netflix, e racconta il caso di cronaca di Yara Gambirasio. Di seguito le pellicole e gli show televisivi in cui ha lavorato:

  • Rosy Abate 2 – La serie (2019)
  • Yara (2021)
  • 2 ruote (2022)
  • Nata per te (2023)
  • Call my agent Italia 2 (2024)
  • L’effetto Dorothy (2024)
  • L’amica geniale 4 (2024)
  • Napoli-New York (2024)

Intervista a Lucio Provenza

Lucio Provenza coltiva la sua passione per l’arte della recitazione quando è ancora un bambino. Lo fa attraverso le vhs di suo nonno, attore a sua volta, con cui macina quotidianamente decine di videocassette, dai classici di Totò a quelli di Bruce Lee. Quando parla di questo mestiere Lucio, originario della provincia di Salerno, esprime tutta la sua gratitudine fino alla commozione.

Recitare lo ha aiutato a crearsi un mondo in cui sentirsi completamente libero e in cui rinchiudersi quando quello reale diventava troppo difficile da affrontare. Episodi di bullismo hanno caratterizzato gran parte dell’adolescenza di Provenza. Preso di mira per il suo peso (ha raggiunto i 120 chili), Lucio ha trovato la forza di combattere i suoi demoni e rinascere come un’araba fenice.

lucio provenza
Lucio Provenza
foto di Gioele Vettraino

Lascia Battipaglia, si trasferisce a Roma e qui iniziano ad arrivare i primi ruoli. Nel 2024 è apparso in diverse serie di successo, come la seconda stagione di Call my agent Italia e la quarta de L’amica geniale. Dallo scorso 21 novembre è al cinema diretto dal premio Oscar Gabriele Salvatores con il film Napoli-New York.

Anche se domani dovesse finire tutto a me non importa, quello che ho vissuto nell’ultimo anno l’ho sognato sin da piccolo quando guardavo le vhs con nonno“, ha raccontato l’attore. Ciak Generation ha intervistato Lucio Provenza, che ha aperto completamente il suo cuore confidandosi tra vita privata e carriera. Ecco cosa ci ha detto.

D: La passione per la recitazione arriva grazie a tuo nonno materno, che era a sua volta un attore. Ci racconti come è nata?

R: Nasce sin da piccolo perché nonno voleva intraprendere questa carriera artistica ma venne messo di fronte a una scelta. Mia nonna gli disse ‘O me o il cinema’, e nonno scelse lei. Successivamente crescendo ho iniziato a vedere con lui le vhs. Partivamo da Totò fino a finire a Conan il barbaro e i film di Bruce Lee. Poi ho iniziato a fare un po’ di teatro a scuola. Sono partito da Battipaglia, con un teatro amatoriale, e poi ho iniziato a frequentare l’accademia a Roma.

D: Totò è una figura che ritorna nella tua vita. Partecipi come concorrente di Italia’s got talent con una versione de ‘A livella di Totò mixata con Gomorra. Quello è stato il momento in cui hai capito che avresti potuto farcela? 

R: Quando ho visto che cinquemila persone presenti nel teatro si erano emozionate ho pensato che questa potesse essere la mia strada. È stato bellissimo perché erano tutti entusiasti. Dopo qualche giorno abbiamo avuto la chiamata di Elena De Curtis, la nipote di Totò, che ci invitò a Roma per darci un premio. Mi ha detto che se il nonno fosse stato vivo avrebbe sicuramente riso per quello che avevamo fatto. Era la sua fotocopia, è stato veramente eccezionale. 

lucio provenza
Lucio Provenza
foto di Gioele Vettraino

D: La tua infanzia a Battipaglia non è stata facile. Hai raccontato di momenti difficili legati a episodi di bullismo. Ti va di condividere qualcosa?

R: Quando ero piccolo pesavo 120 chili e sono stato sempre vittima di bullismo da parte dei ragazzini. Giocavo a calcio a cinque a scuola e un giorno arrivammo in finale con la squadra. Quel giorno il portiere non c’era e mi fecero sostituirlo, dicendo che non avrei subito goal poiché ero grande quanto la porta. Purtroppo subisco il goal che ci fa perdere la partita e iniziano a bullizzarmi, prima verbalmente e poi con calci, pugni e schiaffi. Ho sofferto tantissimo in quel periodo della vita ma mi ha forgiato tanto caratterialmente. Iniziai a perdere peso, nel modo peggiore possibile perché ero diventato bulimico. Mia madre se ne è accorta, da lì è iniziato il mio percorso di riabilitazione e di educazione alimentare.

D: È come se fosse nato un nuovo te…

R: Esattamente, come un’araba fenice. 

D: E oggi riesci a guardare le tue vecchie foto?

R: Certo, assolutamente. Sono molto affezionato al mio passato. Ho una grande fede perciò ringrazio Dio anche per le cose brutte che mi sono successe. Se non avessi affrontato tutto questo non sarei stato il Lucio di adesso e non avrei potuto metterlo al servizio del mio nuovo lavoro. Come dice Eduardo De Filippo: “E chi vi dice che sia una disgrazia?”. 

D: Quanto ti ha aiutato la recitazione in questo percorso?

R: La recitazione è tutto per me. Mi ha aiutato tantissimo perché è l’unico posto in cui non mi sento giudicato e dove quello che faccio può solo giovare al personaggio che devo interpretare. Mi faccio carico del mio passato e del mio presente e lo metto a disposizione della recitazione. Per me è vita, ogni singolo istante. 

D: Parliamo de L’amica geniale, nella quarta stagione interpreti il ruolo di Peppe, uno dei due fratelli di Elena. Che evoluzione dobbiamo aspettarci rispetto al passato?

R: Peppe è un ragazzo di 34 anni che, un po’ per necessità e un po’ per ambizione, decide di intraprendere la strada del male ed emulare i suoi idoli Michele e Marcello Solara. Peppe deve sopperire alle cure mediche di sua madre, che non sta tanto bene. Non lo giudico anzi, ne conosco tanti di Peppe. Non è stato difficile entrare in contatto con questo personaggio perché in passato ho subito degli attacchi da dei “Peppe” da piccolo. L’ho riportato in vita e spero di riuscire ad arrivare alle persone. 

D: Da giovedì 21 novembre sei al cinema con Napoli-New York, diretto da Gabriele Salvatores. Che effetto fa essere diretti da un premio Oscar?

R: È stata una delle emozioni più grandi della mia vita. Parlo proprio della possibilità di aver incontrato l’uomo Gabriele Salvatores, non il premio Oscar. Ero innamorato perso della sua umanità, del suo sorriso e della sua educazione. Quando andai sul set Salvatores mi ha confidato di avermi scelto per la luce che ho negli occhi e mi ha consigliato di non perderla mai. Ho scoperto di essere stato scelto mentre giravo L’amica geniale. È stata una gioia incontenibile.

D: Cosa hai imparato da Pierfrancesco Favino semplicemente vedendolo in azione sul set?

R: Pierfrancesco Favino è il mio attore preferito insieme ad Alessandro Borghi e Kim Rossi Stuart. Quando ho saputo che sarebbe stato lui il protagonista del film ero felicissimo. Purtroppo non ci ho recitato insieme ma con il cuore siamo connessi. Lo sento molto vicino a me per come è lui come persona. Ci saranno altre occasioni per stringergli la mano e ringraziarlo.

lucio provenza
Lucio Provenza in Napoli-New York

D: Un sogno nel cassetto che speri di realizzare?

R: Vorrei vivere del mio lavoro. Ma la cosa che mi auguro più di tutte è di restare sempre una persona per bene. Grazie a questo e grazie alla fede sto avendo più risultati di quelli che potevo immaginare. 

D: La tua serie tv preferita?

R: Gomorra, perché mi piace la poeticità con cui è stata raccontata a livello registico e per la bravura degli attori che hanno fatto parte di questa serie. E poi La casa di carta, perché è una di quelle serie che mi piacerebbe tanto fare perché racchiude tutto quello che amo: l’action, l’amore, l’ambizione e le delusioni.