Dal provino on the road a “Un amore”: il viaggio di Luca Santoro (INTERVISTA)
Abbiamo intervistato Luca Santoro, uno degli attori protagonisti della nuova serie di Sky “Un amore” con Micaela Ramazzotti e Stefano Accorsi
Intervista a Luca Santoro
Uno zaino in spalla, chilometri da macinare e un provino self tape fortunato che ha avviato la sua carriera. Il primo casting per “Un amore” Luca Santoro lo ha sostenuto mentre stava percorrendo il cammino di Santiago de Compostela.
Entra nel nostro gruppo WhatsApp per esser sempre aggiornato su serie tv e cinemaInizialmente ciò che accomunava l’attore romagnolo e Alessandro, il protagonista della nuova serie Sky (disponibile anche in streaming su NOW), era soltanto questo viaggio fino alla fine del mondo. Poi quel video girato on the road tra una tappa e l’altra convinse Francesco Lagi, il regista, a richiamare Santoro per un incontro a Roma e ad affidargli il ruolo.
“Un amore” si muove su due linee temporali differenti che ci raccontano il primo incontro tra i due protagonisti, Alessandro e Anna (interpretati da Santoro e Beatrice Fiorentini, qui la nostra intervista), durante un interrail e poi il loro ritrovarsi, anni dopo, ormai adulti. Una storia d’amore non vissuta pienamente che proseguirà nei decenni successivi in forma epistolare.
Fin quando un giorno, ormai cresciuti (con i volti di Micaela Ramazzotti e Stefano Accorsi), decideranno di rivedersi a Bologna e sciogliere un patto che li ha tenuti legati solo attraverso delle lettere. Per Luca Santoro “Un amore” è stata una sfida nella sfida. Trovarsi immerso nel primo grande set televisivo della sua carriera era solo la prima prova per l’attore, che ha anche avuto il compito di ‘rubare’ qualcosa dalla recitazione e dalla gestualità di Accorsi in modo da far avvicinare l’Alessandro del passato a quello del presente.
Durante l’intervista rilasciata a Ciak Generation Luca ha raccontato qualcosa in più della sua formazione, dei suoi progetti e delle sue passioni. Ecco cosa ci ha detto.
D: In “Un amore” interpreti Alessandro, che è la versione dei flashback dello stesso personaggio interpretato da Stefano Accorsi nel presente. Come hai lavorato e su cosa hai lavorato (gestualità, tono di voce, immagine) per cercare di assomigliargli il più possibile?
R: La cosa che colpisce di più di Stefano è sicuramente la voce. Ho cercato di far risaltare di più il mio timbro graffiato soprattutto nei voice over. Ho cercato di lavorare anche su certi tipi di espressioni che Stefano fa. A livello interpretativo invece mi sono lasciato andare e sono andato dritto.
D: Ti sei affidato ai ricordi di qualcuno a te vicino per rivivere gli anni ‘90 raccontati nella serie?
R: Ho ascoltato molti racconti dei miei genitori. Io sono romagnolo, abito a Rimini. Ho ascoltato molti racconti sulla riviera romagnola degli anni ‘90, sulle estati di quegli anni d’oro. Ho cercato di affidarmi a questi racconti qui.
D: Immagino tu non conoscessi la parte di sceneggiatura che raccontava la storia di Anna e Alessandro da adulti. Hai apprezzato l’evoluzione che è stata data in fase di sceneggiatura al tuo personaggio?
R: Abbiamo letto solo la nostra parte di sceneggiatura. È stata una scelta registica per non farci influenzare troppo perché effettivamente a 20 anni non sai quello che sarai a 40. Ho apprezzato molto l’evoluzione che è stata data al mio personaggio. Hanno risaltato certe zone d’ombra di Alessandro.
D: Quello di Anna e Alessandro è uno di quegli incontri che ti cambia la vita. C’è stato un incontro che ha cambiato la tua carriera?
R: Sicuramente quello con Ivano Marescotti. Prima di fare la serie ho frequentato la sua accademia ed è stato per me un grandissimo maestro da cui ho imparato tantissimo. Probabilmente senza lui non so neanche se sarei riuscito ad affrontare una cosa del genere.
D: A breve ricorre il primo anniversario dalla scomparsa. Che ricordo hai dei suoi insegnamenti e della sua persona?
R: Era una persona estremamente generosa. Un grandissimo attore che dava tanto ai suoi allievi e cercava veramente di tirare fuori il meglio da ogni persona. Questo era Ivano Marescotti.
D: La tua parte di storyline di “Un amore” è il racconto di un viaggio in Spagna in cui si incontrano i due protagonisti da giovani. Che esperienza è stata vivere un set itinerante?
R: Prima di fare la serie, che racconta la storia di due ragazzi in interrail fino alla fine del mondo (a Finisterre), ho fatto il cammino di Santiago. Quando ho avuto questa notizia, che avrei dovuto fare un viaggio nel viaggio, sono rimasto veramente molto felice. Abbiamo lavorato con un sacco di figuranti spagnoli e siamo entrati in quelle realtà di provincia spagnola molto carine.
D: Ricordi il primo provino per questa serie?
R: Il primo self tape l’ho fatto dal cammino di Santiago. Dopo un mese mi chiamano a Roma per fare il provino e il regista Francesco Lagi mi chiede di Finisterre. Quando mi hanno passato la sceneggiatura finale e ho letto del viaggio ho pensato ‘cavolo, è un segno del destino’.
D: Progetti futuri?
R: In questo momento mi sto dando allo studio. Sono entrato al Centro sperimentale di cinematografia di Roma. È un momento di studio matto e disperato. Mi sono detto che è arrivato il momento di focalizzarsi e imparare veramente cosa significa fare l’attore.
D: La tua serie tv preferita?
R: “Better call Saul“. La cosa che mi piace di più rispetto nella saga di Breaking Bad è l’evoluzione dei personaggi. In ogni puntata c’è un arco. Da attore è bellissimo vedere i cambiamenti che questi grandissimi attori fanno sui loro personaggi.