Luca Argentero parla di Doc 3

Luca Argentero è in spasmodica attesa di Doc – nelle tue mani 3 quasi quanto tutti noi. Il prossimo giovedì 11 gennaio debutterà su Rai Uno la terza stagione del medical drama più amato della tv. Ancora una volta Argentero vestirà il camice di Andrea Fanti, il primario del Policlinico Ambrosiano.

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Sarà una stagione molto importante per il medico. Il passato di Fanti farà pian piano capolino e entrerà a gamba tesa nella sua vita. Il medico inizierà a ricordare cosa gli è accaduto prima di entrare in coma e ciò che ricorderà potrebbe non fargli del tutto piacere.

Andrea scoprirà qualcosa in più della sua storia d’amore con Agnese (Sara Lazzaro) e come mai il loro matrimonio è finito. Ma non è finita qui. In un’intervista rilasciata a DiPiù Tv Argentero ha svelato qualcosa in più su quello che dobbiamo aspettarci dalla terza annata di Doc – nelle tue mani.

Conosceremo un lato oscuro che non avevamo mai visto prima (se non in qualche sporadico flashback) del primario. Capiremo inoltre come mai “prima di perdere la memoria, era diventato spietato“. Luca Argentero aveva già rivelato qualcosa in più sulla trama della terza stagione in un’intervista di qualche settimana fa.

Nel primo anno ci siamo concentrati sulla vicenda di Doc. La seconda stagione è stata tutta incentrata sul covid e questa emergenza che abbiamo vissuto tutti. Nella terza stagione gli sceneggiatori hanno raccontato un altro tema incredibilmente attuale, sono stati precursori di quella che è la realtà. La stagione gravita attorno al potere, al denaro, il rapporto tra il bene delle persone e la gestione del potere“, spiegò all’evento Vanity Fair stories.

Alle informazioni date in anteprima da Argentero ha aggiunto qualcosa in più Francesco Arlanch, sceneggiatore della serie, in un post su Instagram. “Questa terza stagione parlerà anche di Intelligenza Artificiale, di libertà di cura, di gender gap, di abuso di farmaci, del valore della sanità pubblica, di dipendenza da social, di scontri culturali, di dilemmi bioetici, di disabilità, di conflitti sociali, della solitudine dei più anziani e dell’ansia dei più giovani“, ha anticipato.