L’attrice si è detta ancora profondamente in difficoltà nel ripercorrere con la memoria quegli avvenimenti. Nonostante siano trascorsi tre anni ed abbia avuto molte altre esperienze ben più piacevoli, è come se non fosse mai stata distratta dall’accaduto. Com’è naturale in questi casi, l’ha attanagliata e l’attanaglia ancora un immedicabile senso di colpa. Il coraggio di parlare, tuttavia, gliel’hanno dato le tante donne che si sono ultimamente ribellate al caso Weinstein. Ecco che cosa ha detto.

“Come tante donne, ho anch’io una storia di abuso sessuale da raccontare… Ci ho pensato più e più volte, incerta del fatto di dover parlare o meno… Sono stata assalita sessualmente tre anni fa. Era un momento buio nella mia vita. Mia madre stava morendo di cancro e non avevo un supporto o il tempo per elaborare e trattare le conseguenze dello stupro. Ho seppellito il mio dolore e la colpa per fare spazio all’attacco che è arrivato dopo la morte di mia madre, solo tre mesi dopo…

Sono cresciuta notevolmente nei tre anni dall’assalto, per cui ricordarlo è doloroso. Dover scavare a fondo e rivivere quella notte per condividere con precisione gli eventi, è come una violazione continua. Il mio stomaco è fatto di nodi, spaventato come il diavolo per condividere tutto pubblicamente, anche riconciliarmi perfettamente con me stessa è stato un processo difficile. 

Stavo incontrando un produttore che era amico dell’attore Ed Westwick. Era questo produttore che mi ha portato a casa di Ed, dove l’ho incontrato per la prima volta. Volevo andar via quando Ed ha suggerito ‘dovremmo fare sesso insieme’. Ma il produttore non ha voluto e non voleva essere inopportuno con Ed. Lui ha insistito affinchè rimanessimo a cena. Ho detto che ero stanca e volevo andar via, cercando di uscire da quella che era già una situazione scomoda. Ed mi ha suggerito di dormire nella camera degli ospiti. Il produttore ha detto che saremmo rimasti per soli altri 20 minuti per andar via”.

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Ma il racconto prosegue ancora…

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