La mafia uccide solo d’estate: Pif smitizza l’ideale di forza e prepotenza della criminalità siciliana
La fiction di Pif ha il merito di sfatare il mito tradizionale del mafioso pronto ad imporsi con forza e…
La fiction di Pif ha il merito di sfatare il mito tradizionale del mafioso pronto ad imporsi con forza e prepotenza democratica su tutti gli strati sociali.
Sono gli occhi di Salvatore e la voce onnisciente di Pif (Pierfrancesco Diliberto), ne La mafia uccide solo d’estate in onda questa sera 21 novembre alle 21.30 su RaiUno, a condurci senza traumi in un’Italia ancora provata dalle conseguenze degli atti terroristici degli Anni di Piombo, e nella quale scempi altrettanto vergognosi si preparavano ai danni di figure istituzionali di alta moralità quali Paolo Borsellino o Giovanni Falcone. Ma la criminalità organizzata, ne La mafia uccide solo d’estate, non ha tanto il volto spietato dei delinquenti di altre celebri fiction come La Piovra, che volenti o nolenti hanno contribuito a rimandare un’immagine iconica di forza onorevole dei mafiosi siciliani, quanto semmai i tratti ammorbiditi e stemperati di criminali da strapazzo, le cui storture e contraddizioni vengono trattenute dalla trama di innocenza e purezza dello sguardo del piccolo Salvatore.
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