Intervista a Edoardo Ulivelli, autore del corto “Domino”
CG: La prima impressione è che Domino racconti la storia di un ragazzo che vede letteralmente passare la sua vita davanti…
CG: La prima impressione è che Domino racconti la storia di un ragazzo che vede letteralmente passare la sua vita davanti ai suoi occhi nel suo ultimo istante. La morte è, attualmente, un tema dal quale si tenta spesso di fuggire e ignorare: possiamo definire la scelta del soggetto una tua volontà di andare controcorrente?
EU: Non parto mai dal presupposto di andare controcorrente, forse sono io che lo faccio per natura. Durante l’adolescenza ho vissuto alcune situazioni abbastanza traumatiche che mi hanno portato ad avvicinarmi alla filosofia, che per me è stato uno strumento di psicanalisi, che mi ha aiutato ad affrontare questi problemi. Ragionando su diversi argomenti, tra cui la morte, sono arrivato ad una serie di conclusioni. Quello che avrei voluto, con questo corto, è stimolare lo spettatore a ragionare su quella tematica.
Entra nel nostro gruppo WhatsApp per esser sempre aggiornato su serie tv e cinemaCG: Un altro aspetto fortemente presente è quello della letteratura, sia italiana che estera, che diventa quasi una linea guida per la storia, un viaggio nel viaggio all’interno del cortometraggio: quanto di te c’è nei passi e negli autori che hai citato?
EU: Il mio scopo era quello di far citare, quasi in modo spropositato, questi autori ai personaggi perché nella mia brevissima vita ho visto che molto spesso in determinate discussioni pseudo intellettuali, per dar credito alle proprie parole si tende a citare questo o quell’autore. Anche il grande autore, però, dà una propria interpretazione del mondo: ciò che ho voluto fare è rendere quasi ridicoli questi personaggi che citano delle frasi abbastanza vuote.