Il trono di spade: Jon Snow è il nuovo “Ultimo Eroe”?
Il trono di spade: la “Suicide Squad” e quel legame con una leggenda passata. La “Suicide Squad“, così è stata…
Il trono di spade: la “Suicide Squad” e quel legame con una leggenda passata.
La “Suicide Squad“, così è stata soprannominata simpaticamente la compagine guidata da Jon Snow, è pronta per la missione. In molti hanno visto in questo viaggio al di là della Barriera un legame con una vecchia leggenda che si tramanda da anni nel continente. Si tratta della Leggenda dell’Ultimo Eroe. Una storia che venne raccontata nel corso della prima stagione dalla tata a Bran.
Entra nel nostro gruppo WhatsApp per esser sempre aggiornato su serie tv e cinemaLa leggenda parla di Azor Ahai. Si tratta di un eroe leggendario che, in quella che venne chiamata la Lunga Notte, riuscì a sconfiggere gli Estranei brandendo una spada di fuoco. Una spada, perciò, portatrice di luce. In particolare c’è un passo del racconto che ha destato l’attenzione dei telespettatori più attenti.
“Migliaia e migliaia di anni fa, ci fu un inverno così freddo e così eterno come mai se ne erano visti a memoria d’uomo. Ci fu una notte che durò un’intera generazione. Nei castelli, i re tremavano e morivano, come gli animali nelle stalle. Piuttosto che guardarli morire, le donne soffocavano.
Così, mentre il freddo e la morte dilagavano sulla terra, l’ultimo degli eroi intraprese un viaggio alla ricerca dei Figli della Foresta. Con una spada, un cavallo, un cane e una dozzina di compagni si avventurò nelle terre morte. Per anni andò avanti a cercare, l’ultimo degli eroi. Cercò e cercò, fino a quando cominciò a disperare di riuscire mai a trovare i Figli della foresta e le loro città segrete. Uno dopo l’altro, i suoi compagni morirono. Poi toccò al suo cavallo, al suo cane. La lama della sua spada si congelò al punto da spezzarsi quando cercò di usarla. Gli Estranei sentirono l’odore del suo sangue caldo. Silenziosamente, si misero sulle sue tracce, dandogli la caccia con branchi di pallidi ragni, grossi come mastini…”