Ospite al Giffoni 2017, Mika ha tenuto una Masterclass in cui, oltre a curiosità, ha dato alcune anticipazioni sulla seconda stagione di Stasera Casa Mika.

Per il secondo anno di fila, Mika è stato ospite al Giffoni 2017 nella giornata di sabato 15 luglio, durante il quale ha tenuto un’emozionante Masterclass incentrata sul suo show Stasera Casa Mika, arrivato in prima serata su Rai2 lo scorso novembre per quattro puntate. Lo spettacolo, nasce da un’idea del cantante stesso, e lo scopo, oltre a quello di riportare in vita il varietà degli anni ’70 e ’80, è quello di aprire le porte della sua casa ideale, in cui interagire con vari ospiti, italiani ed internazionali, cantare, e intrattenere il pubblico con divertenti scenette comiche, ma allo stesso tempo riflessive. Noi abbiamo partecipato alla Masterclass tenutasi a Giffoni, in cui Mika oltre a svelare alcuni retroscena, ha dato qualche piccola anticipazione sulla seconda stagione del programma, che arriverà in autunno sempre su Rai2.

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Scopriamo alcune delle domande fatte a Mika e le sue risposte.

Perché un cantante come te ha sentito l’esigenza di fare tv?

“Il perché è sempre una cosa super importante. Io faccio sempre le cose, di fare e prendere decisioni, di sviluppare progetti dove c’è sempre questa domanda: “perché lo stai facendo?”. Se non c’è questa domanda so che sto facendo una cosa troppo normale. Mettermi in una situazione scomoda facendo ed imparando un lavoro che non faccio normalmente, e questo è super importante per me. Mi sono presentato questa sfida in maniera molto particolare.  Non avevo mai fatto televisione prima di fare un talent, prima di fare X Factor. Mi hanno offerto The Voice in Francia, avevo detto di no. Altri programmi in altri paesi, avevo detto di no. Quando l’Italia mi ha offerto X Factor, io non parlavo neanche tre parole di italiano, potevo cantare Scarlatti, Donizetti, anche tutte le arie antiche, però non potevo ordinare un caffè in un ristorante. Non farlo sarebbe stato un peccato”

Perché la scelta di usare lo storytelling in un varietà?

“Perché lo storytelling fa tutto. Senza di esso questo show non ha un cuore. Dal primo momento c’è storytelling, dalla macchina, dai disegni che ci sono sulla macchina. Dai cani, dai vestiti che si trasformano durante lo show, dalle due signore che sono fuori, il portinaio. Ci sono tanti pezzi che sono inizi di diverse storie che possiamo sviluppare durante il percorso di una puntata, ma anche durante tutta la stagione. Noi l’abbiamo considerata come una serie slash/musical. Anche nello studio c’è sempre un racconto. Non volevo fare “e adesso signore e signori questa persona. Facciamo la chiacchierata, anche se questo è noiosissimo, ma dobbiamo farla. Possiamo evitare i meccanismi normali dell’intervista, della produzione, però possiamo farlo solo se c’è una giustifica, e la giustifica è lo storytelling, dal primo momento della prima puntata verso la chiusura”

Ma non è tutto.

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