Ci si domanda tuttavia come ciò possa veramente giovare alle finanze della rete, già provate dal fallimento di più di un progetto non riuscito (pensiamo a serie come Ravenswood o Dead of Summer), in un mondo in cui la pirateria online dello streaming prevale ormai su qualunque altra modalità di fruizione dell’intrattenimento televisivo, ed è prediletta proprio dal target di riferimento di Freeform, cioè la fascia di pubblico fra i 18 e i 49 anni.

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I responsabili del network hanno sostenuto che un tale espediente verrà incontro sia a coloro i quali vogliano godersi Famous in Love nel suo complesso, sia a chi invece non sa ancora rinunciare alla tradizionale visione delle serialità con cadenza settimanale.

Quali sono i precedenti di questa modalità?

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