Federica Torchetti, storia di una ragazza per bene (INTERVISTA)
Abbiamo intervistato Federica Torchetti, dall’11 ottobre tra i protagonisti della fiction Mediaset “Storia di una famiglia per bene”
Intervista a Federica Torchetti
Sono trascorsi tre anni dalla messa in onda della prima stagione di Storia di una famiglia per bene. La fiction di Canale 5 diretta da Stefano Reali torna a raccontarci le vicende delle famiglie De Santis e Straziota. Ancora una volta nei panni di Maria, la figlia di Antonio (interpretato da Giuseppe Zeno), troveremo Federica Torchetti.
Entra nel nostro gruppo WhatsApp per esser sempre aggiornato su serie tv e cinemaRispetto alla prima annata assisteremo a un’evoluzione profonda del suo personaggio. L’adolescente dal temperamento vivace e un po’ insolente che abbiamo conosciuto nel primo ciclo di episodi lascerà spazio a una donna matura e assennata.
Maria abbandona quel sogno di cercare una nuova vita lontana da Bari e capisce che il suo posto nel mondo è accanto al suo Michele (Carmine Buschini), da cui aspetta un bambino.
“Guardando il trailer viene fuori che sia una serie basata su una tematica di violenza. In realtà è l’esatto opposto – ha tenuto a specificare Federica Torchetti – C’è tanto amore, tanta voglia di aiutare il prossimo“.
Abbiamo conversato con l’attrice qualche giorno fa e ci ha svelato le sue sensazioni a poche ore dal debutto. Ci ha raccontato qualcosa in più della sua carriera e anche dei suoi progetti futuri, tra cui spicca la miniserie Rai dedicata a Mike Bongiorno.
D: Abbiamo lasciato Maria e gli altri personaggi della serie con un cliffhanger al termine della prima stagione. Cosa puoi anticiparci sui nuovi episodi?
R: Quello che posso anticiparvi è che nella seconda stagione troveremo una Maria diversa. Dall’aspetto adolescenziale, seppur combattivo, che aveva nella prima la ritroveremo donna. Come è già evidente dal trailer, Maria è in attesa di un figlio da Michele mentre lui è in carcere.
D: Nella prima stagione Maria ha vissuto una storia d’amore molto travagliata con Michele. Il loro amore è stato osteggiato dalle rispettive famiglie. Troveranno un po’ di serenità nelle nuove puntate?
R: Questo loro amore, come lo definisce anche il regista Stefano Reali, è un po’ la storia di Romeo e Giulietta ambientata a Bari vecchia negli anni ‘80, è potente ma impossibile. Nella seconda ci saranno sicuramente molti colpi di scena e una serie di episodi negativi. Però in parte forse sì, riusciranno ad avere un lieto fine.
D: La storia di Maria, al netto dell’elemento drammatico, è quella di una ragazza che cerca il suo posto nel mondo. È questa la lettura che ti sei data anche tu per cercare di identificarti meglio con questo personaggio?
R: Sì, sotto questo punto di vista assolutamente. L’ho interiorizzato molto più nella prima stagione perché Maria cercava di scappare da suo padre, da questo atteggiamento da padre padrone che aveva e dal fatto che non ci fosse un dialogo tra di loro. Nella seconda stagione Maria è molto più radicata nel luogo in cui nasce e non ha necessità di cambiare città. Anzi, cercherà di essere più attiva socialmente nella sua comunità. Uno dei suoi obiettivi è quello di salvare i ragazzi di strada attraverso un laboratorio di recitazione in cui mette in scena uno spettacolo di Shakespeare, con cui cerca di insegnare loro dei valori. Si impegnerà tanto in questo ma troverà molti ostacoli.
D: Un altro rapporto molto potente è quello tra Maria e suo padre Antonio, interpretato da Giuseppe Zeno. Ci sarà un’evoluzione in quella dinamica?
R: Il rapporto con suo padre è molto più maturo rispetto alla prima stagione. Nella prima stagione era evidente la dinamica adolescenziale tra la ragazzina che diceva ‘voglio questo’ e il padre che risponde ‘tu non devi’. Nella seconda si crea un relazione basata sul dialogo, come dovrebbe essere in tutte le famiglie.
D: “Storia di una famiglia per bene” torna a 3 anni di distanza dalla prima stagione. Vivi un po’ il timore che il pubblico abbia un po’ dimenticato questa storia?
R: Sarò sincera, quando mi hanno chiamata un anno e mezzo dopo io non credevo si facesse una seconda stagione. Ero molto sorpresa. Sicuramente tre anni sono tanti e sono lunghi. Poi la messa in onda della prima stagione è avvenuta in un periodo particolare, c’era ancora una sorta di ‘chiusura’ dovuta al covid. Però sono sicura che, se al pubblico piace un progetto, non è difficile riaffezionarsi ad esso. È travolgente e ha delle tematiche attuali. Se fossimo stati in un’epoca diversa, prima delle piattaforme, ti avrei detto “forse ho un po’ paura”. Adesso no, basta rivedere un riassunto, c’è la possibilità di un rewatch dei primi episodi, leggere articoli, seguire gli attori su Instagram.
D: A livello emotivo, è stato complicato immergerti in una storia e in una realtà così dura come quella di Maria?
R: Sì è stato difficile perché la serie è abbastanza drammatica e ci sono tante scene molto emotive, anche più della prima stagione. È stato difficile entrare in contatto con delle emozioni abbastanza profonde. Personalmente sono pugliese, sono nata a Bisceglie e abbiamo girato anche in alcuni luoghi in cui io ho vissuto da bambina. Sono delle realtà che conosco ed episodi, come quello della ragazza che è stata uccisa in una discoteca a Molfetta qualche giorno fa, li ho sentiti e li ho vissuti in prima persona. Purtroppo è una realtà che conosco.
D: Tu sei stata tra le protagoniste de “La scuola cattolica”, che racconta una delle pagine più oscure della storia italiana e mi riferisco ovviamente al massacro del Circeo. Cosa ti ha lasciato quell’esperienza?
R: Quando ho fatto il provino ho dovuto leggere il vero rapporto della polizia di quello che è accaduto. Dal punto di vista personale ho sentito una grande responsabilità perché lì non stavo interpretando un personaggio ma stavo raccontando la storia di una ragazza di 19 anni che ha subito una violenza atroce. C’è stato un lavoro completamente diverso rispetto a quello che ho fatto in altri progetti. C’era una sorta di sacralità e rispetto, abbiamo anche conosciuto le famiglie delle vittime. Non sento di aver interpretato Rosaria Lopez ma di aver dato voce alla sua storia.
D: A ottobre ti vedremo anche in “Mike”, miniserie che racconterà la storia di Mike Bongiorno. Cosa puoi anticiparci?
R: Interpreto Rosalia Maresca, che è la prima moglie di Mike Bongiorno. Siamo a cavallo tra gli anni ’40 e ’50. Abbiamo girato tra Torino e la Bulgaria, dove ci sono degli studi in cui hanno ricostruito l’America di quel periodo. La vera Rosalia è morta nell’aprile di quest’anno mentre giravamo la serie. È stata un tenore, una donna determinata e ferma.
D: Mike Bongiorno è uno dei padri fondatori della tv. Che rapporto hai con la televisione?
R: Per me si creano due dimensioni differenti. Io vivo da sola a Roma ma quando scendo a casa dei miei in Puglia la tv fa parte della quotidianità. Lì mi capita quasi di cercare un rapporto con la televisione. Mi fa sentire casa. Dal mattino alla sera è sempre accesa. Quando sono a casa da sola invece non la uso tanto. Non ho un rapporto super attivo con la tv.
D: La tua serie tv preferita?
R: Non ho una serie preferita. C’è Euphoria, che per me è l’esempio del grande cinema mischiato alla serialità. Da poco ho finito da vedere Monsters 2, sui fratelli Menendez.