Due famiglie vittime del suicidio di un loro parente stretto hanno criticato la decisione di Netflix di proseguire 13 Reasons Why con una seconda stagione.

Prima che vi spendiate in aspre critiche contro chi all’apparenza potrebbe sembrare solo un fanatico moralista, sappiate che all’origine della notizia che stiamo per darvi sta il profondo dolore vissuto dalle famiglie di due ragazze d’oltreoceano che hanno provato sulla propria pelle la stessa, tragica esperienza dei Baker in Tredici. Come i genitori di Hanna, infatti, anche gli Herndon e i Chui hanno perso le loro figlie – rispettivamente di sedici e quindici anni -, le quali con un vissuto in tutto e per tutto paragonabile al racconto dipanatosi nella serie Netflix secondo la prospettiva della sua protagonista, si sarebbero tolte la vita proprio dopo aver visto 13 Reasons Why.

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Le due famiglie non hanno voluto interpretare come fortuita tale circostanza, trovando sostanzialmente sfogo al proprio dolore con la denuncia della pericolosità dello show ispirato al romanzo di Jay Asher.

E vediamo insieme che cosa hanno dichiarato…

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