Evan Peters ha chiesto a Ryan Murphy un ruolo ‘normale’
Ryan Murphy ha raccontato che Evan Peters ha chiesto di dargli un ruolo ‘normale’ prima di ricevere la proposta per Dahmer
Il desiderio di Evan Peters
L’accoppiata Evan Peters-Ryan Murphy ha sempre avuto come conseguenza costante nella vita dell’attore l’interpretazione di un personaggio borderline. Da quando hanno iniziato a lavorare insieme nel 2011 con la prima stagione di American Horror Story Evan ha infatti interpretato personaggi pericolosi o efferati serial killer. A parte rare eccezioni infatti, Peters ha costantemente assunto ruoli che lo hanno fatto particolarmente apprezzare dagli amanti del genere. Eppure, secondo quanto riportato dal produttore, l’attore ha richiesto la possibilità di avere una parte completamente diversa dal suo repertorio.
Entra nel nostro gruppo WhatsApp per esser sempre aggiornato su serie tv e cinemaIn un’intervista rilasciata a The Hollywood Reporter Murphy ha dichiarato che, prima di proporgli il ruolo da protagonista in Dahmer, Evan stava pensando di dedicarsi a una commedia romantica per poter sperimentare qualcosa di diverso. Tuttavia lo script per Dahmer ha convinto Evan Peters a cambiare nuovamente idea e ha deciso di accettare questa nuova sfida. “Mi ha chiamato il giorno dopo e mi ha detto: ‘È così impegnativo. È così difficile che devo dire di sì, anche se ne sono terrorizzato’“, ha raccontato Ryan. Una scelta di cui l’attore può dirsi sicuramente soddisfatto.
La miniserie che racconta la storia del ‘cannibale di Milwaukee’ ha infatti infranto qualsiasi record di visualizzazioni su Netflix. Lo show è diventata la seconda serie in lingua inglese più vista di sempre nella storia di Netflix. In testa a questa speciale classifica c’è soltanto la quarta stagione di Stranger Things. Non sono però ovviamente mancate le critiche per una serie che ha fatto discutere. Sempre nel corso dell’intervista Ryan Murphy ha risposto ai parenti delle vittime del serial killer, che hanno dichiarato di non essere mai stati contattati dalla produzione.
Leggi anche la trilogia di Roe: tutto sui romanzi di Daninseries
“”È qualcosa che abbiamo studiato per molto tempo. E noi, nel corso dei tre anni e mezzo in cui lo stavamo davvero scrivendo abbiamo contattato 20, circa 20 delle famiglie e degli amici delle vittime cercando di ottenere input, di parlare alle persone e nessuna persona ci ha risposto. Quindi abbiamo fatto affidamento sul nostro incredibile gruppo di ricercatori, e non so nemmeno come abbiano trovato molte di questi fatti. Per noi è stato uno sforzo giorno e notte scoprire la verità su queste persone“, ha dichiarato il produttore.