Intervista a Elena Rusconi

Per inseguire il suo sogno di diventare un’attrice Elena Rusconi si è trasferita dall’altra parte del mondo. Nell’assolata Los Angeles, per la precisione, dove si erge l’industria cinematografica più potente del pianeta e dove ogni angolo della città ti conduce a quei mondi che hai visto soltanto nei film.

Entra nel nostro gruppo WhatsApp per esser sempre aggiornato su serie tv e cinema

Dopo un’adolescenza vissuta tra Milano e Firenze, Elena lascia l’Italia per trasferirsi a New York e studiare recitazione in un’accademia. Qui si forma, si prepara e apprende tutti i mezzi che le occorrono per trasformare quella passione che la accompagna sin da piccola in un lavoro concreto. Per molto tempo il teatro diventa la sua seconda casa tanto che qualche anno fa, insieme a due compagne di corso, deciderà di fondare la sua compagnia teatrale (la Little Engine Theater).

Il palcoscenico è solo l’inizio. Arrivano i primi progetti importanti, come l’adrenalinico 6 Underground su Netflix che la vede recitare al fianco di Ryan Reynolds. Nel 2025 Elena Rusconi si farà apprezzare dal grande pubblico grazie all’ambizioso progetto Rise of the Raven.

Si tratta di una serie con un cast internazionale che racconta la storia di Janos Hunyadi, eroe ungherese e guerriero a capo dell’esercito che ha sconfitto l’esercito ottomano nella battaglia di Belgrado e che ha permesso che l’Europa diventasse quella che conosciamo oggi. Una produzione importante che raccoglie attori di tutta Europa, i quali parleranno la loro lingua d’origine. Rise of the Raven è stata presentata in anteprima a Cannes lo scorso 22 ottobre al MIPCOM.

Abbiamo intervistato Rusconi qualche giorno fa e ci ha raccontato qualcosa in più della sua storia e dei suoi progetti.

D: A 16 anni la tua prima esperienza importante all’estero: un interscambio culturale in Australia. Cosa ti ha lasciato quell’esperienza?

R: È stata un’esperienza fortissima. Io sono andata via di casa a 14 anni, ho fatto un anno in collegio a Firenze. Ero un po’ ribelle nella mia adolescenza, poi ho fatto questa esperienza in Australia. Ci pensavo anche l’altro giorno, sono rimasta molto amica delle ragazze che ho trovato lì, sono ancora oggi le mie migliori amiche. Ero piccola ma ero un po’ cresciuta prima del tempo. Non dimenticherò mai l’arrivo in Australia dopo tutte quelle ore di volo in cui ti senti come in un altro mondo. La famiglia che mi ospitava parlava solo inglese e io non capivo niente. Mi sembrava di vivere in un brutto sogno. Avevo tanta nostalgia di casa ed era troppo presto. A posteriori però ti dico che è stata un’esperienza che mi ha aiutata a crescere.

D: Dopo il diploma al liceo classico lasci l’Italia e ti trasferisci a New York per studiare recitazione. Un vera formazione nella formazione, da un lato c’era lo studio e dall’altro la “sopravvivenza” in un mondo completamente diverso…

R: Sono stata fortunata perché c’era il teatro. New York è una città che può essere molto dispersiva, in cui ti puoi perdere. Avere una routine e la struttura che mi ha dato l’accademia è stato importantissimo. Ho trascorso giornate a imparare da zero come respirare, a cercare di migliorare il mio accento e a conoscere una nuova lingua. È come se stessi vivendo un’esperienza di crescita professionale ma anche come se mi stessi creando una nuova persona. È stato come costruire una nuova vita, è stato molto interessante e formativo. Quei tre anni li ricordo ancora come i più belli della mia vita finora. Erano pieni di ispirazione, di libertà che era però contenuta in un posto che mi stava dando la direzione giusta.

D: Un altro aspetto fondamentale della tua persona è il teatro. Che emozioni provi a stare su un palcoscenico rispetto a quelle che provi a stare davanti a una cinepresa?

R: È il sentirsi in una bolla. A livello cronologico entri nello spettacolo e nel testo con più continuità. Non lo abbandoni dopo due minuti di riprese. A teatro quando entri in scena, ti riscaldi e puoi tenere quel calore per due ore. Ti dà la possibilità di perderti e di ritrovarti, vivi dei momenti di vita attraverso il personaggio senza essere interrotta. Il pubblico poi è lì con te. Il teatro e il cinema sono entrambi belli ma per ragioni diverse. 

elena rusconi
Elena Rusconi
Foto di Dorrien Reeve
Ufficio stampa: MPunto Comunicazione

D: Hai lavorato al fianco di Ryan Reynolds nel film “6 Underground” per Netflix. Com’è sul set?

R: È molto umano, che è stata la cosa più bella da scoprire. Il primo giorno di riprese è stato il giorno più difficile ed era anche il suo primo giorno sul set. La nostra è stata una delle prime (e poche) scene di dialogo del film. Dovevamo stare una di fianco all’altro e ci eravamo appena conosciuti. Nel momento in cui ho percepito che lui è un attore che, nonostante sia famosissimo, stava attraversando le mie stesse difficoltà è stato bello perché ci siamo ritrovati e abbiamo lavorato bene. Mi ha messo molto a mio agio, è stato molto bello lavorare con lui.

D: Un attore o un’attrice che sogni di conoscere e un attore o un’attrice che sognavi di conoscere e che hai conosciuto?

R: Un’attrice che sogno di conoscere è Cate Blanchett, è una delle interpreti che ammiro di più. La sua performance in Blue Jasmine è stata pazzesca. Ha lavorato per tanti anni in una compagnia teatrale a Sydney e la ammiro moltissimo. Un’attrice che invece ho avuto la possibilità di conoscere è Annie Funke. Era la protagonista di uno spettacolo intitolato If There Is I Haven’t Found It Yet, che è stato uno dei primi che ho visto a New York, in cui c’era anche Jake Gyllenhaal. Era bravissima, ricordo che avevo amato la sua performance e poi ho avuto la possibilità di incontrarla attraverso una mia amica. 

D: Ora che vivi all’estero da diversi anni, continui a seguire la tv e il cinema italiani? 

R: Cerco di seguire il più possibile. Da poco ho visto Citadel: Diana con Matilda De Angelis e penso che sia pazzesca. Nel cast c’è anche il mio amico Lorenzo Cervasio. Un’altra attrice che mi piace molto è anche Valentina Bellè. Penso che ci sia tantissimo talento in Italia e tanti prodotti di qualità. Non vedo la televisione canonica ma tutto ciò che esce in streaming cerco di guardarlo.

D: Progetti futuri?

C’è un film che uscirà a breve in America, non so quando ancora in Italia, che ho girato in Bulgaria 3 mesi fa. Ho un altro progetto che dovrei iniziare qui a Los Angeles a breve e che è stato rimandato a causa dello sciopero degli sceneggiatori. Per ora ho fatto due giorni di riprese. C’è stato Cannes e il MIPCOM, in cui abbiamo presentato Rise of the Raven (la nuova serie che uscirà nel 2025) e poi andrò a New York per lanciare la raccolta fondi per la mia compagnia teatrale.

D: La tua serie tv preferita in assoluto?

R: La prima che mi viene in mente è Breaking Bad, che è forse la prima serie televisiva che ho visto. Mi ricordo che quando l’ho guardata ho pensato che fosse a un altro livello. Prima di Breaking Bad non ero una fan delle serie televisive. Quella è stata la prima volta in cui tornavo a casa e non vedevo l’ora di guardare un altro episodio. Poi ho visto anche Succession, che è bellissima.