Chiamatemi Anna 2 recensione – Su Ciak di agosto tante novità sui film in uscita e la nostra opinione sulla stagione 2 di Anne with an E su Netflix.

Chiamatemi Anna 2 recensione: il punto di vista di Ciak Generation sulle serie TV è nel nuovo numero di Ciak

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Come sempre, anche questo mese il magazine Ciak ospita un nostro piccolo contributo editoriale. Il nuovo numero contiene una guida approfondita alle uscite cinematografiche più attese dei prossimi mesi, oltre che il resoconto dell’ultimo Giffoni Film Festival. Qui peraltro la nostra redazione ha incontrato Evangeline Lilly e Paul Rudd, intervistati per Ant man and the Wasp.

Ciak magazine agosto 2018
La copertina del numero di agosto di Ciak Magazine

Dopo aver approfondito il tema della distopia di tanti show televisivi, invece, l’uscita della nuova stagione di Chiamatemi Anna ha fornito a Ciak Generation l’occasione di una recensione. Impossibile non restare ancora una volta incantati di fronte alla bellezza e alla delicatezza di questa serie TV, che trova conferma nei contenuti della stagione 2. La stagione 1 ci aveva colpito per il suo contagioso ottimismo. Stavolta è invece soprattutto il modo in cui Anna si confronta con la vita a lasciare estasiati.

Chiamatemi Anna 2 arriva al momento giusto, in un periodo storico cioè in cui il tema dell’integrazione è tornato in auge a causa di interminabili ondate migratorie. Anna dai Capelli Rossi si fa perciò veicolo di messaggi di tolleranza e accoglienza tanto edificanti per i più piccoli quanto per gli adulti. Ma vediamo più da vicino a che cosa ci riferiamo.

Chiamatemi Anna 2 recensione: ‘Immaginazione fa rima con integrazione’

Duole amaramente constatare che la TV debba ancor oggi farsi veicolo del tema dell’integrazione. Eppure, sullo sfondo delle recenti posizioni internazionali circa il fenomeno migratorio o lo scricchiolare dei diritti civili, si continua ad avvertire il bisogno di affidare anche al mezzo televisivo messaggi di umanità e tolleranza. Questo fa, con un’abbondante e mai stonata nota di garbo e commozione, il secondo capitolo della serie Netflix Chiamatemi Anna.

Venuti al pettine i nodi più romanzeschi della prima stagione, lo sguardo della protagonista si allarga quest’anno a un mondo che non è più solo quello dell’immaginazione o del puerile romanticismo, ma comincia ad assumere i nitidi contorni della vita vera. Senza mai smarrire la sua fantastica autenticità, Anna si relaziona con i tratti peculiari di chi è considerato diverso come l’afroamericano Sebastian o si sente soffocare dalle convenzioni della moltitudine come l’insegnante omosessuale Mr. Phillips.

Gli occhi di Anna si tramutano da specchio in cui si riflette la bellezza del mondo, che trascende le disgrazie alle quali il destino ci sottopone, a filtro esemplare con cui osservare l’altro da noi. L’adattamento canadese del celebre romanzo di Lucy Maud Montgomery si conferma dunque un ottimo spunto di riflessione, nonché la prova ottimistica che, oltre le manifestazioni di ostilità e le ghettizzazioni, è rimasto ancora qualcuno che la vede come Anna.

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