Chiara Celotto, il coraggio delle scelte: intervista all’attrice di Vincenzo Malinconico
Abbiamo intervistato Chiara Celotto, nel cast di Vincenzo Malinconico – Avvocato d’insuccesso
Tutte le news su Chiara Celotto, interprete di Adele in Mameli e Alagia in Vincenzo Malinconico – Avvocato d’insuccesso. Scopriamo qualcosa di più su età, altezza, Instagram e film.
Biografia, età e altezza
Entra nel nostro gruppo WhatsApp per esser sempre aggiornato su serie tv e cinemaConosciamo di più Chiara Celotto, tra i protagonisti di Vincenzo Malinconico – Avvocato d’insuccesso (che il 1 dicembre ha debuttato con la seconda stagione). Per sapere qualcosa di più sulla sua biografia abbiamo consultato il sito di Karasciò Consulente artistiche, che la rappresenta.
L’interprete di Adele in Mameli è nata l’11 maggio del 1997 a Napoli. La sua età è perciò di 27 anni. Prima di entrare nel mondo della tv e del cinema Chiara Celotto si è diplomata nel 2015 in danza classica, contemporaneo, flamenco e hip hop presso l’Accademia “L’arte del movimento” a Napoli. Per formarsi come attrice ha seguito diversi corsi di recitazione tra accademie e laboratori. Si è diplomata nel 2019 all’Accademia Bellini Teatro Factory di Napoli.
Chiara Celotto Instagram e social
Chiara Celotto è presente sui social network. In particolare su Instagram ha un account ufficiale (@chiara_celotto) che conta più di 10mila follower. Sul suo profilo Chiara carica prevalentemente scatti del suo lavoro ma anche della sua vita privata.
Film e serie TV
Nella sua carriera Chiara Celotto ha partecipato a diversi film e serie tv di successo. Uno dei ruoli per cui è più nota è sicuramente quello di Adele in Mameli – Il ragazzo che sognò l’Italia, miniserie in quattro episodi di Rai Uno. Qui di seguito vi riportiamo i titoli principali in cui l’abbiamo vista tra cinema e tv.
- Il boemo (2022)
- L’amica geniale 3 (2022)
- Vincenzo Malinconico – Avvocato d’insuccesso (2022-)
- Diversi come due gocce d’acqua (2022)
- Resta con me (2023)
- Mixed by Erry (2023)
- Mameli – Il ragazzo che sognò l’Italia (2024)
- La casa degli sguardi (2024)
- Sara (2025)
- Come un padre (2025)
Intervista a Chiara Celotto
Molte volte la vocazione arriva quando meno te l’aspetti e stai pianificando un futuro che ti porta verso altri lidi. Chiara Celotto ha studiato danza per anni e si è iscritta alla facoltà di psicologia per seguire il più canonico dei percorsi. Ha sempre capito però che quella non era la sua strada. La recitazione arriva impetuosa, travolge tutte le sue convinzioni e la costringe a porsi delle domande su cosa vuole fare davvero da grande.
La risposta la conosce molto bene. Con onestà Chiara decide di comunicare alla sua famiglia la sua scelta, che viene accolta con agitazione ma allo stesso tempo con comprensione. Celotto fa un provino per entrare all’Accademia del Teatro Bellini di Napoli e viene presa. Da lì inizia un percorso di formazione che le permette di entrare a far parte del cast di fiction e film di successo.
Dal 1 dicembre Chiara Celotto torna nei panni di Alagia nella seconda stagione di Vincenzo Malinconico – Avvocato d’insuccesso, fiction di Rai Uno con protagonista Massimiliano Gallo. Pochi mesi prima è stata apprezzata, sempre sul primo canale, nella miniserie Mameli – Il ragazzo che sognò l’Italia. E il 2025 si prospetta essere un anno altrettanto importante per la sua carriera.
C’è molta attesa per La casa degli sguardi, film che vede l’esordio alla regia cinematografica di Luca Zingaretti presentato in anteprima allo scorso Rome Film Fest. Nel frattempo Chiara è a lavoro su altri due set televisivi: una serie Netflix, Sara, di prossima uscita e una fiction Rai ambientata nel quartiere Sanità di Napoli.
D: Per gran parte della tua adolescenza hai studiato danza, come è entrata la recitazione nella tua vita?
R: Ho ballato per 16 anni. È entrata nel momento in cui la danza si è unita alla recitazione. Fui presa in una compagnia di danza contemporanea a 18 anni. Il mio primo spettacolo fu proprio nella Cantata dei pastori, che univa corpo di ballo e attori. Lì mi sono resa conto che era un linguaggio che avevo bisogno di approfondire e di sperimentare e che forse mi avrebbe completato. Ho deciso di fare un provino all’Accademia del Teatro Bellini di Napoli, che per fortuna andò bene. Da lì ho iniziato a studiare recitazione e contemporaneamente continuavo a ballare. Poi purtroppo la danza ho dovuto abbandonarla. Quando ho iniziato a lavorare non riuscivo ad allenarmi più tutti i giorni.
D: Una passione talmente forte da farti decidere di abbandonare la facoltà di psicologia a cui ti eri iscritta. Come è stata accolta in famiglia questa tua decisione?
R: In realtà non sapevo cosa volessi fare da grande, ho dovuto scegliere. Psicologia per me era una terra lontana in cui approdare ma era ciò che si avvicinava di più al mio modo di comunicare. Era qualcosa che non mi accendeva una luce. La mia decisione è stata accolta con le preoccupazioni di due genitori che vedono la figlia fare qualcosa molto lontana da loro però c’è sempre stato un grande appoggio. Per fortuna ho una famiglia che mi supporta molto. Erano agitati ma non hanno mai imposto quello che poteva essere giusto per una ragazza di 19 anni.
D: La prima stagione di Vincenzo Malinconico è terminata con il matrimonio di Alagia e Mattia. Si dice che “il matrimonio è la tomba dell’amore”. Vale anche per loro? O meglio, ci saranno degli imprevisti?
R: Più che altro ci sono delle questioni in Alagia che riguardano più il luogo in cui vivere. Nella prima stagione la vediamo partire con Mattia per Friburgo. Nella seconda stagione ritorna a Salerno da Vincenzo con alcuni interrogativi: “Dove voglio vivere? Dove voglio far crescere mio figlio? In Germania o in Italia?”. In questa seconda stagione Alagia è un personaggio più consapevole e responsabile, meno spensierato rispetto alla prima. Conserva il suo spirito leggero e positivo ma vive meno alla giornata.
D: Come evolverà invece il rapporto tra Alagia e il patrigno Vincenzo?
R: È un rapporto più maturo. Si appoggiano l’una con l’altro, hanno un legame molto paritario. Anche Alagia per Vincenzo è un punto di riferimento. Vincenzo è un padre che non dà giudizio. A volte non sa bene cosa dire ma nel suo modo di reagire, anche nei suoi silenzi, Alagia riesce a trovare una risposta.
D: Quello di Alagia è stato il tuo primo ruolo importante. Cosa ti ha insegnato questo set che stai portando con te anche in altri progetti?
R: Questo set mi ha portato una grande apertura mentale. Lavorare con Massimiliano Gallo è meraviglioso ma allo stesso tempo molto complicato. È un attore che improvvisa tanto e ti stimola molto all’ascolto. Se non c’è l’ascolto la scena non funziona, perché può andare in una direzione completamente diversa. Nella prima stagione ero un po’ più accademica. Massimiliano mi ha aiutata molto a lasciarmi andare e nella seconda stagione mi sono divertita di più.
D: E a proposito di novità il prossimo anno uscirà La casa degli sguardi, che segna l’esordio alla regia cinematografica di Luca Zingaretti. Cosa puoi dirci del tuo personaggio?
R: Il mio personaggio si chiama Paola ed è molto centrato, maturo e generoso nei sentimenti. Avrà un rapporto con Marco, il protagonista (interpretato da Gianmarco Franchini, ndr), un personaggio che soffre molto la vita. Fin quando non imparerà ad amare sé stesso e a prendersi cura di sé non riuscirà mai a farlo per un’altra persona. Paola non vuole accontentarsi e non pensa che l’amore possa risolvere tutto.
D: Cosa ti ha insegnato Luca Zingaretti nelle vesti di regista?
R: È stato un regista veramente delicato ed empatico, aveva la parola giusta al momento giusto. Ci ha presi per mano e ci ha accompagnati. È stato molto aperto alle proposte, sintetico ma chiaro. Sul set ha reso possibile un clima molto sereno e questo ci ha permesso di esplorare la scena con grande tranquillità e libertà. Mi ha dato la possibilità di trovare la verità senza fretta. Mi ha insegnato a prendermi i miei tempi.
D: Nel 2025 c’è anche Sara, nuova serie Netflix di cui sei tra i protagonisti. Cosa puoi svelarci di questo progetto?
R: In realtà molto poco. È una serie ispirata ai libri di Maurizio Di Giovanni. Il mio è un personaggio che perde il compagno mentre è incinta e deve pertanto affrontare la morte con la vita dentro. È stato molto complicato per me.
D: Attualmente sei a lavoro su qualcosa?
R: Sì, sto girando una nuova serie Rai con Luca Miniero. È una serie ambientata nel quartiere Sanità di Napoli che si intitola Come un padre. Parla della storia di Don Antonio, un prete che ha fatto tanto per il quartiere.
D: La tua serie tv preferita?
R: True Detective. Ho trovato gli attori strepitosi, uno più bravo dell’altro.