Per dirla in breve, il silenzio di Ashley Benson sulle questioni politiche potrebbe dunque non solo dipendere dal suo tacito (e peraltro legittimo) sostegno a Donald Trump, ma anche da un suo generale disinteresse per le faccende civili. Nella qual cosa l’attrice ventottenne si distingue comunque dalle altre bugiardelle, che hanno anzi più volte messo la loro popolarità a profitto di battaglie come quella per i diritti della comunità LGBT o degli immigrati, o ancora delle donne: Troian Bellisario ha sostenuto dichiaratamente Hillary Clinton, definendo Trump una disgrazia per l’America; Shay Mitchell è intervenuta a sostegno dei militari transessuali estromessi dai loro incarichi nell’esercito; Lucy Hale ha ritenuto indegno l’atteggiamento del presidente nei riguardi del caso Charlottesville.

Nonostante questo, si può forse fare una colpa alla Benson di non comportarsi allo stesso modo? La questione è in fondo più grande di quanto sembri, vale a dire: è sempre un dovere insindacabile che i rappresentanti del mondo dello spettacolo sfruttino tutto lo spettro di possibilità del fatto di essere celebri?

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