Andrew Lincoln distoglie l’attenzione dallo streaming compulsivo di un’intera stagione di The Walking Dead, sottolineando i pregi dell’attesa.

In barba – si direbbe – alla crescita esponenziale delle piattaforme digitali dalle quali gli spettatori possono attingere ore e ore di contenuti pubblicati nella loro interezza, Andrew Lincoln ha sottolineato i pregi del modello tradizionale di confezionamento di uno show, secondo il quale viene girato un numero limitato di episodi, in primis per limitarne costi o sprechi, riuscendo a raddrizzare il tiro della scrittura a seconda della risposta dei telespettatori.

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“Come ho già detto, il pubblico è assolutamente legittimato a pensare ciò che vuole a proposito della serie, ed è interessante il modo in cui la guarda in maniera diversa, adesso. E so che le persone vorrebbero seguirne più di un episodio a settimana proprio perché la storia ossessiona, e vogliono sapere che cosa accadrà. Ma io penso che certe volte la necessità di attendere è una buona cosa, perché riesci a ricapitolare altre cose, e vederle in modo differente”.

Aspettare, insomma, per godere appieno del piacere di ogni singolo episodio cogliendone sempre prospettive differenti, oltre ad avere la garanzia che il risultato delle registrazioni mantenga inalterato il suo tenore qualitativo. Ma vallo a dire a certe ultime produzioni di Netflix, avulse dalla competizione di sponsor e inserzionisti, eppure appena uscite quasi tutte vincitrici agli ultimi SAG Awards. E’ vero che nella tradizione c’è più che del buono, ma l’impressione è che sia indispensabile, per quella che è attualmente la tendenza dominante, revisionare il passato.

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