Andrea Di Luigi nel Nuovo Olimpo di Ferzan Ozpetek (INTERVISTA)
Ciak Generation ha intervistato Andrea Di Luigi, interprete del ruolo di Pietro in Nuovo Olimpo, nuovo film di Ferzan Ozpetek
A tu per tu con Andrea Di Luigi
Entra nel nostro gruppo WhatsApp per esser sempre aggiornato su serie tv e cinemaNon è cosa comune debuttare sul grande schermo con un ruolo da protagonista. Diventa ancora più speciale se questo esordio avviene in una pellicola diretta da uno dei maestri più apprezzati del cinema contemporaneo. Questo potrebbe essere un riassunto di quanto accaduto a Andrea Di Luigi, attore di origine ascolana protagonista di Nuovo Olimpo, nuovo film di Ferzan Ozpetek.
La pellicola, presentata in anteprima al Rome Film Fest domenica 22 ottobre, approderà nel catalogo Netflix a partire dal prossimo 1 novembre. Al centro della trama la storia d’amore tra Pietro (Di Luigi) ed Enea (interpretato da Damiano Gavino, che ritroveremo presto su Rai Uno con la seconda stagione di Un Professore).
Un sentimento più forte del tempo e dello spazio, che resta forte e immutato nonostante il trascorrere inesorabile degli anni e due vite che percorrono due strade diverse. Un’occasione d’oro per Di Luigi, di cui è particolarmente grato. “Far parte di un viaggio così grande è stata un’esperienza di vita che non dimenticherò mai. È stato il mio primo lavoro in un contesto così importante e con una produzione così grande“, ha dichiarato.
Nel corso dell’intervista Andrea ha svelato qualche aneddoto sul lavoro che ha fatto per entrare al meglio nel personaggio di Pietro e come Ozpetek lo ha guidato in questa esperienza. Ecco cosa ci ha raccontato.
D: In Nuovo Olimpo interpreti il ruolo di Pietro, come descriveresti il tuo personaggio?
R: Pietro è un ragazzo che ha un mondo interiore davvero grande. Ha delle insicurezze ma anche una grande forza di volontà per seguire gli impulsi che ha. È un personaggio un po’ solitario ma che allo stesso tempo ha bisogno degli altri. Ha bisogno dell’amore e lo ricerca a modo suo.
D: L’amore è uno dei temi maggiormente ricorrenti nel panorama cinematografico mondiale. Qual è secondo te l’unicità nella storia tra Enea e Pietro, qual è la caratteristica che rende il loro amore speciale rispetto ad altri?
R: Io credo che ci sia questo magnetismo forte che sentono dal primo momento in cui si vedono ed è così importante e così grande che poi diventa anche un metro di paragone per tutte le altre storie d’amore di Pietro. L’unicità in questa storia d’amore sta nell’energia che si crea tra loro già dal primo sguardo. Detto banalmente, il loro potrebbe essere definito un ‘colpo di fulmine’. C’è qualcosa di molto intenso, loro arrivano a incontrarsi e a cercarsi senza dirsi troppo, spinti da qualcosa che va al di là delle parole. Lavorando sul loro primo incontro, Ferzan ci ha guidato affinché fosse un momento spinto da qualcosa di non detto.
D: Hai attinto da esperienze personali per interpretare al meglio Pietro?
R: A me piace creare una storia a prescindere dal risultato, che rimane sempre qualcosa di ignoto per me. Questo è stato il mio primo film ed è stata l’opportunità più grande in cui mi sono potuto mettere in gioco al 100%. Ho voluto creare una vita per Pietro, capire dove fosse nato, che percorso avesse fatto. Ferzan ha voluto farmi un regalo inserendo la mia città come la città d’origine di Pietro. Ci sono sempre, secondo me, dei parallelismi tra la storia che crei con l’immaginazione e la tua storia. Cerchi di creare degli eventi simili che ti diano la stessa risposta e attingi a delle tue esperienze per capire come ti sei sentito in determinati momenti.
D: Ricordi il primo provino che hai fatto con Ferzan Ozpetek? Ci racconti come è andata?
R: Il primo provino era un self-tape che ho mandato al casting director Davide Zurolo, che ringrazio veramente tanto perché mi ha veramente fatto sentire a mio agio. Si trattava di un video che ho fatto nella convinzione che non avrei mai avuto una risposta. Quando mi hanno richiamato per chiedermi di fare un provino in presenza ho iniziato a pensare che potesse esserci un’opportunità. Ho iniziato a crederci sempre di più fin quando alla terza fase ho conosciuto Ferzan e ho fatto il provino con lui. È stato veramente bello, mi ha messo davanti a una telecamera e mi ha fatto parlare. Voleva vedere il modo in cui reagivo e capire se ci fosse qualcosa del mio modo di fare che potesse essere vicino a Pietro.
D: Qual è l’insegnamento di Ferzan Ozpetek di cui farai tesoro anche per le future esperienze?
R: Il far parte di un viaggio così grande è stato da solo un’esperienza di vita, qualcosa che non dimenticherò mai. È stato il mio primo lavoro in un contesto così importante e con una produzione così grande.
D: Hai condiviso gran parte di questo viaggio con Damiano Gavino. Che compagno di viaggio è stato per te?
R: È stato un compagno di viaggio splendido. Abbiamo instaurato un’amicizia che è stata fondamentale per creare una connessione sul set. Scherzare e ridere sul set è stato il nostro modo per prepararci a ciò che andavamo a costruire. Ho trovato in lui un attore bravissimo e disponibile ad aiutarti. Nonostante fosse più piccolo di me ho visto in lui una guida in alcuni momenti perché ha più esperienza di me. È una persona che devo ringraziare, se ci fosse stato qualcun altro non sarebbe stato lo stesso.
D: Il teatro è un elemento fondamentale nella tua vita. Cosa ti ha insegnato maggiormente e in cosa ti è stato utile per questa esperienza?
R: Il teatro è un viaggio che inizia e non finisce finché non termina lo spettacolo. Nel cinema invece puoi raddrizzare il tiro, scena dopo scena. Il cinema ti permette di fermarti e di dare nuove idee, fare nuove proposte. Ogni take in più è un momento in cui perdi di naturalezza. A teatro ti perdi nell’esperienza e ti trascina, sei più libero. Il teatro è disciplina ma è anche paura, perché devi stare attento ai tuoi costumi e agli oggetti di scena. Se riesci a lasciarti andare riesci ad arrivare alle persone. Il teatro è fede. Questa è una cosa che ti porti anche nella vita.
D: La tua serie tv preferita?
R: È una domanda che mi mette davvero in difficoltà (ride, ndr). Quella che mi ha rapito di più è stata Breaking Bad.