L’idea di Murphy e Falchuk continua per ora a funzionare: ecco la nostra analisi del secondo episodio di Roanoke.

Abituati ai ritmi frenetici delle passate stagioni, dove la storyline di un personaggio si accavallava alle altre in pochi minuti di episodio, prosegue anche questa settimana la scia dello sbigottimento da prima puntata: Ryan Murphy e Brad Falchuk, infatti, hanno messo da parte i toni forti e smaccatamente accattivanti delle passate stagioni, puntando invece su un set, un’ambientazione e un cast decisamente minimale. O almeno questo è ciò che ci è parso anche alla visione del secondo capitolo di Roanoke, in cui peraltro, anziché azzardare l’introduzione di nuovi personaggi, abitudine invalsa nelle stagioni precedenti, il tempo a disposizione è stato impiegato in modo di gran lunga più proficuo indagando con sensibile accuratezza gli animi dei soli tre veri protagonisti: Shelby, Matt, e nondimeno Lee.

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American Horror Story 6x02 Recensione

Persino un nome della portata di Lady Gaga, proposta in Hotel al pubblico quasi come (inadeguato) rimpiazzo di Jessica Lange, perno sul quale invece sono ruotate le prime stagioni, si è prestata ad un ruolo a dir poco marginale, relegando se stessa ad un’orribile figura dall’istinto cannibalesco nel buio della foresta, e comparendo sì e no per qualche frame alle spalle di un altrettanto indecifrabile Kathy Bates. Augurandoci che si tratti della cifra di questa sesta stagione, speriamo che una tale atmosfera dimessa in cui gli attori sembrano attenuare il loro incontestabile carisma mettendosi completamente al servizio dei contenuti dello show, prosegua come nel secondo così anche nei restanti otto episodi, regalando di conseguenza alla serie una nuova forma di originalità.

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