La nostra intervista ad Alessandro Bisegna

Lockdown, lezioni in dad e un ragazzaccio con poca attitudine allo studio (e al rispetto del prossimo). Ragazzaccio, il nuovo film di Paolo Ruffini approdato nei cinema di tutta Italia a partire dallo scorso 3 novembre, racconta un mondo che ci sembra lontano ma che è stata la nostra normalità per diversi mesi. Al centro della trama c’è Mattia, interpretato da Alessandro Bisegna. Questo ‘ragazzaccio’, come lo chiamava affettuosamente sua nonna, chiuso nel suo microcosmo e con qualche difficoltà a lasciar entrare altre persone. Mattia vive un rapporto turbolento con i suoi genitori, non sembra portare alcuna forma di rispetto nei confronti dei suoi insegnanti e non pare affatto interessato alla sua formazione. Il punto più basso del suo percorso però lo tocca quando finisce per bullizzare un suo compagno di classe disabile.

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Le uniche due persone che riescono a creare una crepa in quel muro compatto di disfattismo sono il suo professore di italiano (Beppe Fiorello) e Lucia (Jenny De Nucci), una sua coetanea così diversa da lui. L’amore, in due forme diverse, aiuterà Mattia a uscire dal suo guscio e a liberare quella rabbia che ha represso per tanti anni. Un racconto, quello fatto da Ruffini, sorprendentemente realistico già dal linguaggio, così incomprensibile per le generazioni più adulte e nitido per la generazione Z. Abbiamo intervistato Alessandro Bisegna a qualche ora di distanza dalla prima e ci ha raccontato qualcosa in più del suo personaggio.

D: In Ragazzaccio interpreti il ruolo di Mattia, che è un personaggio che ha molte luci ma anche tante ombre. Ci racconti qualcosa di lui?

R: Mattia è quello che noi definiamo un bullo. Le luci trapelano dopo un’evoluzione del personaggio, dopo tante complessità. È un ragazzo che vive dei disagi dovuti anche all’ambiente familiare, a un rapporto con i genitori con poco ascolto e poco amore. Lui riesce a imparare ad amarsi e ad amare grazie a due diverse figure che sono un insegnante, interpretato da Beppe Fiorello, e a Lucia (interpretata da Jenny De Nucci), di cui Mattia si innamora. E l’amore lo fa cambiare in positivo.

D: Mattia è un ragazzo pieno di rabbia e, guardando il film, scopriamo anche i motivi che lo hanno portato a chiudersi in sé stesso. Come hai fatto a immedesimarti in lui? Hai attinto da tue esperienze personali?

R: Ho sofferto di cyberbullismo, ho ricevuto durante l’età del liceo dei messaggi molto brutti da utenti che non avevano un’identità. Ho attinto sicuramente da questa mia esperienza anche se nel film interpreto chi bullizza. Ho 23 anni e il periodo dell’adolescenza me lo ricordo molto bene perché non è molto lontano. Con Paolo (Ruffini, il regista ndr) abbiamo fatto un lavoro sul personaggio che è durato molto tempo.

D: Ragazzaccio ci riporta ai primi mesi del 2020, a quel lockdown che ha cambiato per sempre la nostra vita. C’è stato qualcosa che sei riuscito a fare grazie a quel tempo libero e che in condizioni di normalità non avresti mai potuto fare?

R: A differenza di Mattia, per me il primo lockdown è stato positivo. Non l’ho vissuto male. Quel tempo ho potuto passarlo con mio fratello. È stato un periodo in cui ho potuto appassionarmi a delle letture, mi allenavo quotidianamente con lui. Ovviamente mi mancava la socialità ma quel momento l’ho sfruttato bene.

D: Come è stato rivivere, anche se solo per finzione, quei momenti lì?

R: Ho sofferto solo all’idea di pensare a questi ragazzi che hanno fatto le lezioni in dad. Fare lezioni in quelle condizioni credo sia stato tostissimo. Io ho cercato di portare nel mio personaggio un po’ di quell’indolenza. Io e Jenny De Nucci proviamo molta ammirazione per questa generazione che ha affrontato questo periodo.

D: Nella tua carriera scolastica sei stato anche tu “Ragazzaccio”? Che studente eri?

R: Non ero il primo della classe ma andavo bene a scuola. Sentivo un forte senso di responsabilità nei confronti dei miei genitori. Ero comunque un po’ pigro, quindi cercavo sempre di studiare all’ultimo e riuscivo ad arrangiarmi. Ero un ragazzo vivace ma, a differenza di Mattia, non ero maleducato e non superavo mai il limite del rispetto.

D: Com’è Paolo Ruffini nei panni di regista?

R: Paolo ha avuto la sensibilità che serviva a questo film. Ci teneva tantissimo e questa cosa l’ho captata per tutto il tempo delle riprese. Era delicato e tranquillo, nonostante abbiamo girato l’intero film in appena una settimana. Lui ha sempre mantenuto la calma e questa cosa l’ha trasmessa a tutti.

D: Nel film hai avuto diverse scene con attori del calibro di Beppe Fiorello, Massimo Ghini e Sabrina Impacciatore. Cosa hai appreso da ognuno di loro?

R: Ho avuto la fortuna di avere delle scene dal vivo con Massimo Ghini e Sabrina Impacciatore, che interpretano i miei genitori. Le scene con Beppe Fiorello erano invece girate in due camere diverse e il contatto era attraverso uno schermo. Io lo sentivo dall’altra stanza e quindi era un po’ più complicato. Per me è stato fantastico perché recitare con loro ti fa recitare meglio, ti senti coinvolto. Sono degli attori straordinari. Mi hanno tutti dato dei consigli.

D: Se avessi la possibilità di scegliere un film o una serie tv in cui recitare, quale sceglieresti?

R: Tra le serie italiane ti direi Mare Fuori. L’ho vista di recente e mi è piaciuta molto. Ci sono dinamiche di azione, è movimentata. Io per ora ho avuto la possibilità di fare delle esperienze cinematografiche un po’ più statiche. Mi piacerebbe sviluppare questo tipo di recitazione. Pensando all’estero, sognando in grande, ti dico Game of Thrones. Io amo il fantasy.

D: Tuo fratello è Valentino Bisegna del duo Matte & Bise, che tra l’altro ha fatto un cameo nel film. Cosa ne pensa dell tuo lavoro e che consigli ti ha dato?

R: Nel periodo in cui Valentino ha avuto più successo io avevo 16/17 anni, quindi guardavo il suo mondo e ne ero affascinato. Lui ha sempre cercato di farmi capire che non era un mondo semplice. Ha avuto un ruolo importante. L’incontro tra me e Paolo Ruffini è avvenuto anche grazie a mio fratello. Mi trovavo a casa sua quando stava facendo questa diretta insieme a lui e parlavano di questo progetto. Sia mio fratello che Matteo (Pelusi, del duo Matte&Bise, ndr) hanno detto ‘c’è Alessandro che ha appena iniziato un corso di recitazione, se vuoi ti faccio mandare un provino’. Quindi ha avuto un ruolo sicuramente importante.

D: La tua serie tv preferita?

Game of Thrones. È la prima serie tv che ho visto e la prima di cui mi sono innamorato. Ho visto anche House of the Dragon e infatti sto soffrendo visto che uscirà nel 2024.