Il finale che ci attende sarà come un piccolo nuovo inizio, giacché per la seconda volta all’interno dello stesso arco narrativo la storia prenderà una piega differente. E se con molta probabilità verrà finalmente meno un po’ di quella violenza gratuita – anche se non per questo ingiustificabile – di cui abbiamo fatto indigestione in Return to Roanoke, i toni dovrebbero avvicinarsi a quelli conclusivi di American Horror Story: Asylum, così tanto che Lana Banana Winters riemergerà proprio da quella storia per assicurarsi un posto di rilievo anche in questa. Davanti a lei, in un talk show smaccatamente all’americana, la superstite dai mille volti di Roanoke: Lee è stata infatti il personaggio più sorprendente e sfaccettato di questa stagione, e merita a nostro modesto parere proprio il destino che finora le è stato dato. Mamma amorevole, ma moglie lacerata, professionista seria, eppure marchiata di negligenza, d’istinti vividi e veraci, e invero ammaliata come il fratello dalle lusinghe di Scathach.

American Horror Story - Lee - Adina Porter - Roanoke

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Quest’ultima è stata per lei – come all’epoca fu per la Macellaia – un rimedio e la scappatoia per la salvezza. Sul cuore di cinghiale che a dire il vero troppo naturalmente e immediatamente ha addentato con gusto, si è gettata in poche parole come sulla bottiglia dalla quale si era a fatica emancipata, scongiurando così ogni timore e prendendo coraggio per porre fine all’incubo.

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