Il penultimo episodio di conferma il nostro punto di vista della scorsa settimana: nuove vittime, per l’ultimo rombo del motore prima del finale.

Converrete facilmente con noi che il nono capitolo della massacrante saga di American Horror Story: Roanoke non è stato che un turbinio insostenibile di ansia e di fretta incalzante dovuta anzitutto alla scoperta, da parte di un gruppo di giovani e ingenui fan del documentario My Roanoke Nightmare, della carneficina avvenuta sotto gli occhi delle telecamere che ne giravano il sequel. Ma se da una parte dare uno sguardo tra i boschi della tenuta dei Miller ha regalato ai ragazzi un vortice di intense emozioni, dall’altra c’eravamo noi spettatori ormai quasi insensibili a tutto quel sangue e quell’orrore, perché abituatici sin dai primi episodi. Basti questo per dire che, così come avevamo anticipato la settimana scorsa, l’ultimo salto verso il finale della stagione necessitava di una spinta per sopperire all’improvvisa frenata che la storia ha avuto proprio a causa dell’incontenibile smania di scioccare attraverso le scene più violente.

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Venuto meno un personaggio dopo l’altro, gli autori ne hanno dovuti introdurre in ultimo di nuovi per colmare un vuoto narrativo sostanziale che si è originato come conseguenza del debole intreccio – ora possiamo dirlo – della seconda parte di stagione.

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