“Di lavoro faccio l’attrice – ha dichiarato – e mi piace davvero molto esserlo, ma quando lavori con attori del calibro di Sarah Paulson e Angela Bassett è un’altra cosa: sai che devi rendere al massimo livello, perché è così che queste persone lavorano, specialmente la sig.ra Paulson”.

E nei riguardi della musa di Ryan Murphy, effettivamente, l’interprete di Lee ha dato a vedere di avere un vero e proprio debole.

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“Mi sento davvero bene al pensiero di esserle piaciuta. Penso che se non le fossi andata a genio, – ha scherzato – sarei stata uccisa nel settimo episodio”.

Dopo aver girato il loro penultimo episodio, inoltre, la Porter presunse che non l’avrebbe rivista presto, e la ringraziò per il bel lavoro insieme: fu la Paulson, allora, ad annunciarle che “Be’, non è ancora finita”.

E non era finita, infatti, perché mancava ancora l’ultimo grande pezzo di quel puzzle con il quale Adina Porter si è definitivamente guadagnata non solo l’affetto del pubblico, ma anche il riconoscimento del suo straordinario talento e della sua capacità di trasmettere sentimenti del tutto contrastanti, dalla tenerezza alla rabbia, con un unico e complesso ruolo.

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