In American Horror Story Cult Evan Peters ha dato il meglio di sé interpretando uno dei personaggi più deliranti di sempre. Ma diventare Kai Anderson è stato difficilissimo.

Se c’è una ragione per cui in American Horror Story Cult Evan Peters ha colto nel segno, non è per le implicazioni che la storia di quest’anno aveva con le contingenze. Semmai, è stato perché il suo personaggio, Kai Anderson, lo ha portato a dare il meglio di sé come attore. In un’intervista rilasciata a Collider, Peters ha spiegato quanta pressione si sentisse addosso al solo pensiero di dover imparare paginate e paginate di battute, senza avere neppure un attimo di respiro. L’unica soluzione possibile – ha detto – era quella di fare ciò che Ryan Murphy gli aveva chiesto così vagamente, soltanto poco tempo prima l’inizio delle riprese.

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“La sola cosa che mi disse all’inizio fu che sarei stato il capo di una setta. E questo fu più o meno tutto. Non sapevo nulla sulle questioni politiche, e non sapevo nemmeno che avrei dovuto interpretare tutti quei personaggi. Rimasi un attimino scioccato da tutto”.

Queste le premesse.

Ma come è riuscito nell’impresa?

American Horror Story Cult: Evan Peters e i suoi personaggi

Lo choc dell’interprete è motivato dal fatto che in American Horror Story Cult Evan Peters avrebbe dovuto entrare nei panni di ben sei personaggi (Gesù compreso). Questo ha significato dover apprendere molte più battute di quante ne avesse mai memorizzate in ciascuna stagione precedente. Gran parte di quanto ha dimostrato di saper gestire, non si sarebbe mai immaginato di affrontarlo. E parecchio deve specialmente a Ryan Murphy, responsabile di aver intuito in lui il raggiungimento di una maturità artistica che Evan Peters in primis non si aspettava.

“Lui (Ryan Murphy, ndr) ha davvero visto cose che non avrei mai pensato di recitare nella mia vita, con nessuno dei personaggi che mi ha fatto interpretare. E poi, recitare nel ruolo di Kai è stato ovviamente molto intenso…. L’incredibile quantità di dialoghi che mi è stata data era piuttosto scioccante. Non sapevo se sarei stato capace di memorizzare tutto. In qualche stagione ho avuto lunghi pezzi da recitare, ma in questa erano molto consistenti in ogni episodio”.

L’attore ha anche dichiarato che si sarebbe aspettato che, dato l’andamento della narrazione, Sarah Paulson gli avrebbe alleggerito il lavoro almeno per gli ultimi due episodi.

Ma non è andata così…

American Horror Story Cult: Evan Peters scioccato dai dialoghi

“Dopo l’episodio 8 e 9, pensavo che avrebbero passato la palla a Sarah, che non avrei avuto molti dialoghi e sarebbe stato un gioco da ragazzi. Invece se possibile ce n’erano anche di più! E poi, con l’episodio 11, ce n’erano ancora di più dei precedenti. Ero sotto choc. Non sapevo in che modo sarei stato in grado di farcela. E’ stata un’esperienza davvero scoraggiante. Ma ce l’ho fatta. Dovevo soltanto alzarmi in piedi e farlo. Non c’era tempo di pensare”.

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E proprio sul tempo riservato alla riflessione sul personaggio, con American Horror Story Cult Evan Peters ha avuto le maggiori sorprese. Il calendario e la mole di lavoro erano talmente consistenti che il noto fidanzato di Emma Roberts ha dovuto rivedere del tutto la sua tecnica abituale. Con i risultati che tuttavia siamo certi potrebbero tranquillamente condurlo a guadagnarsi (e sarebbe l’ora) una candidatura di rilievo. Qualche ipotesi su quale sarà il premio?

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