La serie rivelazione di Hulu The Handmaid’s Tale è stata rinnovata per una seconda stagione, ma il contratto di Elisabeth Moss arriva molto più in là.

Non era certo imprevedibile il rinnovo per una seconda stagione di The Handmaid’s Tale, l’agghiacciante racconto cioè dell’ancella June, tratto dall’omonimo (e attualmente in Italia introvabile) romanzo di Margaret Atwood. Hulu, lanciatasi per la prima volta a capofitto nella realizzazione di uno show originale, ha infatti immediatamente capito tutte le potenzialità della serie, che si preannuncia già una delle concorrenti principali nell’intero ventaglio della produzione televisiva statunitense.

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The Handmaid’s Tale rinnovato per la seconda stagione | Tutti i segreti del contratto di Elisabeth Moss

Artefice in gran parte di questo prezioso diamante è peraltro la sua protagonista, Elisabeth Moss, trentacinquenne nota per il ruolo di Peggy Olson in Mad Men, e giunta fra le braccia di Hulu per un’ossessione che Bruce Miller, creatore di The Handmaid’s Tale, aveva maturato per lei. In un lungo editoriale uscito sul portale Vulture, l’attrice ha spiegato che nell’ultimo periodo era costretta a rifiutare parecchi ruoli per mancanza di tempo, ma su questo non ha avuto dubbi. Quando la sua agente le ha inviato il copione perché lo leggesse,

“Ho avuto un momento del tipo ‘Oh cavolo’. Del genere ‘Cavoli, perché me lo hai dovuto mandare? Adesso devo trovare il modo di farlo!’. Era proprio speciale”.

Ha inoltre specificato di aver firmato un contratto che la impegna fino ad una quinta, e potenzialmente settima stagione dello show, ma per cedere a un vincolo simile si è imposta con il duplice ruolo di interprete e produttrice. Contrariamente a molte colleghe, il cui titolo di produttrici è spesso un vezzo senza coinvolgimenti, Elisabeth Moss ha seguito ogni fase della lavorazione, dai casting degli altri attori coi quali avrebbe recitato, alla realizzazione dei già celeberrimi costumi che avrebbe dovuto indossare.

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La parte di June e The Handmaid’s Tale l’hanno resa in grado di sperimentare con i colleghi, di intervenire sulla regia e la fotografia, di prendere dimestichezza con tutti i reparti della troupe, e – a detta di Joseph Fiennes – le hanno impedito di avere anche una domenica libera. Le soddisfazioni, tuttavia, stanno arrivando copiose, e tutto perché il suo spirito stacanovistico, la sua acclarata sensibilità e il profondo senso critico hanno ancora una volta portato a termine un ottimo lavoro.