L’attrice Helen Hunt, attuale protagonista di Shots Fired, parla della sua esperienza di regista per Ryan Murphy e Feud, di fronte a Jessica Lange e Susan Sarandon.

In Italia è ricordata soprattutto come compagna un po’ frigida di Mel Gibson nella commedia di successo What Women Want, ma Helen Hunt ha lavorato con i migliori registi nelle vesti di attrice, aggiudicandosi persino l’Oscar nel ‘98 per Qualcosa è cambiato. Da qualche anno ha iniziato a passare con disinvoltura anche dall’altra parte della macchina da presa, per dirigere film e serie televisive nelle quali comunque continua a recitare (è attualmente protagonista nella serie Fox Shots Fired). Domenica scorsa è andato invece in onda su FX l’episodio di Feud di cui è stata regista, e che ha visto Susan Sarandon e Jessica Lange in alcune delle loro migliori interpretazioni dell’intera stagione.

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L’attrice cinquantaquattrenne è stata raggiunta da Mashable, a cui ha raccontato come si è trovata a lavorare con due colonne portanti della televisione e del cinema contemporaneo, e in che modo operi nei panni di regista. La Hunt ha sottolineato come essere anche attrice l’aiuti moltissimo a trovare le parole giuste per dialogare con il cast che dirige, perché conosce l’approccio necessario da adottare dimodoché i diversi interpreti diano il meglio di sé.

Per lei è stato straordinario dover rappresentare in modo intertestuale il mondo del cinema degli anni Sessanta, quando cioè la Crawford e la Davis si trovarono per la seconda ed unica volta sul set insieme nel tentativo (fallimentare) di girare Piano… piano dolce Carlotta prima che per i loro capricci la Crawford venisse sostituita da una delle migliori amiche della collega, Olivia de Havilland.

Feud 1×07 | Helent Hunt regista del settimo episodio

Jessica Lange e Susan Sarandon hanno saputo rendere magistralmente le due dive del passato, e la Hunt ha cercato di ottenere da loro il risultato migliore mettendole il più possibile a loro agio e limitandosi magari a qualche battuta o consiglio che rendesse loro meno faticoso il lavoro.

“Mi sembra di essere stata lì soltanto per aiutare le attrici a divertirsi più di quanto avrebbero potuto”, ha chiosato infatti. “E’ questo ciò che amo di più del dirigere: il fatto di sussurrare qualcosa ad un grande attore, consentendogli di avere fiducia nel lavoro e suscitargli un sorriso. In fondo stanno provando a fare qualcosa di assolutamente perverso e bizzarro, e potrebbe solo funzionare”.

E va tolto ormai il condizionale, perché il risultato è stato perfetto.