Beatrice Fiorentini, il suo viaggio nel viaggio con “Un amore” (INTERVISTA)
Abbiamo intervistato Beatrice Fiorentini tra i protagonisti di “Un amore”, serie Sky con Stefano Accorsi e Micaela Ramazzotti
Intervista a Beatrice Fiorentini, nel cast di Un amore
Il ruolo di Anna in “Un amore” era nel destino di Beatrice Fiorentini. L’attrice romana, classe 2000, ha capito sin dal primo provino sostenuto che avrebbe potuto e forse anche dovuto dare voce a quel personaggio, a quella storia e a quell’amore.
Entra nel nostro gruppo WhatsApp per esser sempre aggiornato su serie tv e cinemaCe lo racconta con l’entusiasmo di chi si getta a capofitto in ogni progetto e di chi si immerge completamente nell’arte. La nuova serie Sky (disponibile anche su NOW) vede due linee narrative distinte che raccontano la storia di due personaggi in fasi diverse della vita. Beatrice Fiorentini e Luca Santoro raccontano il primo incontro tra Anna e Alessandro durante un interrail in Spagna, mentre a Micaela Ramazzotti e a Stefano Accorsi è affidata l’interpretazione dei due protagonisti nel presente.
La Anna del 1997 è una ragazza senza filtri, che cerca ancora la sua strada e vive la vita giorno dopo giorno nonostante la società le chieda di prendere determinate decisioni. Alessandro arriva in maniera inaspettata nel suo viaggio e quell’incontro cambierà per sempre la direzione della vita di entrambi.
I due giovani viaggiatori fanno un patto e per gli anni seguenti a quel road trip fino alla fine del mondo hanno un mero rapporto epistolare. Quell’accordo siglato si scioglie quando si ritroveranno, da adulti, a Bologna.
Beatrice ci ha raccontato come è riuscita a entrare nei panni di Anna e come ha studiato a distanza, cercando di non risultare invadente, lo stesso personaggio ma interpretato dalla Ramazzotti. Ci ha poi parlato dei suoi miti, dei film del cuore e di quell’incontro con Gabriele Muccino che ha fatto da apripista alla sua carriera in ascesa.
D: In “Un amore” interpreti il ruolo di Anna, che nel presente ha il volto di Micaela Ramazzotti da giovane. Avete avuto modo di confrontarvi prima di girare? Ti ha dato qualche consiglio in particolare?
R: La cosa curiosa di questo percorso è che abbiamo letto più volte la nostra sceneggiatura ma non abbiamo letto quella di Micaela Ramazzotti e Stefano Accorsi. Questo per dirti che è stata proprio una scelta registica quella di lasciarci liberi e non farci conoscere ogni dettaglio. Devo dire che Francesco Lagi è veramente un grande regista ed è riuscito a tenere sotto controllo tutto. C’è stato un incontro istituzionale in cui ci siamo incontrati tutti e 5 (gli attori principali e il regista, ndr) ed è stata di fatto l’unica volta in cui ci siamo confrontati. Essendo due linee temporali diverse ci sono state poche volte in cui ci siamo incrociati sul set. Quest’unico incontro per noi è stato fondamentale per studiare Stefano Accorsi e Micaela Ramazzotti e rubare il più possibile con gli occhi. Mi ricordo che l’emozione era altissima dentro di me e avevo paura di essere troppo invadente. Avevo bisogno di rubare il più possibile e ho cercato di farlo un po’ in silenzio. Devo dire che l’anima di Micaela si sente e mi ha parlato molto attraverso gli occhi. Mi ricordo che la osservavo molto e nel momento in cui i nostri sguardi si incrociavano io lo abbassavo subito per non far vedere che la stavo osservando.
D: Hai apprezzato l’evoluzione che è stata data in fase di sceneggiatura al tuo personaggio?
R: Tantissimo. Conoscendo la storia, sapevo un po’ la linea di ciò che stavamo raccontando. Però vederlo è stato davvero bello. Il regista che ha guidato il percorso di questi due personaggi secondo me ha colto perfettamente la loro evoluzione. Non si racconta la stessa Anna e lo stesso Alessandro ma ho ritrovato comunque le sfumature dei personaggi. È stato incredibile perché, nonostante non avessimo lavorato insieme, c’è qualcosa che ritorna.
D: La tua parte di storyline di “Un amore” è il racconto di un viaggio in Spagna in cui si incontrano i due protagonisti da giovani. Che esperienza è stata vivere un set itinerante?
R: È stato davvero adrenalinico. Per me è stata la prima esperienza mistica, perché è stato un viaggio nel viaggio. È stato una bomba per me, tutto insieme. Poi io sognavo molto la Spagna, sognavo tanto Micaela Ramazzotti. Pensa che, poco prima di iniziare a fare i provini, usciva il casting per il suo primo film da regista (Felicità, ndr) e avevo chiesto alla mia agente di partecipare ma non c’era un ruolo adatto per me. Poi è arrivata la Spagna, è arrivata lei. In più sognavo il mio personaggio con i capelli rossi e quando mi hanno detto che li avrebbe avuti così si sono uniti una serie di punti. Girare in Spagna è stato davvero bello. Mi ha permesso di fare un lavoro sul personaggio molto più denso. Girarlo lì è stato fondamentale. La notte scendevo in strada e respiravo quell’aria, quell’atmosfera. Anche le comparse parlavano spagnolo. Io mi sentivo il sole dentro.
D: Hai mai avuto un pen friend?
R: Sì, devo dire che spesso mi ritrovo nella scrittura. Le esperienze che ho fatto mi hanno sempre portato a restare in contatto attraverso questo mezzo. C’è sempre stato uno strano modo di restare in contatto anche se alla fine, come Anna e Alessandro, quell’esperienza non l’ho mai consumata.
D: Ricordi il primo provino per questa serie?
R: Il giorno prima di farlo ero “sotto un treno”, avevo un’ansia e una paura incredibili. In quel periodo avevo uno stato emotivo davvero frastornato. Alla fine sono andata a questo provino molto carica, mi sentivo in un’altra dimensione. Sono uscita dal provino, ho chiamato la mia agente e le ho detto ‘Non so che cosa ho fatto, so solo che ho una grande voglia di fare questo personaggio’. È come se io sapessi di poter parlare attraverso Anna e che lei potesse parlare tramite me ma finché non mi hanno detto ‘ciak, azione’ io ero ancora incredula.
D: Quello di Anna e Alessandro è uno di quegli incontri che ti cambia la vita. C’è stato un incontro che ha cambiato la tua carriera?
R: Assolutamente sì. Ho iniziato relativamente tardi a dare spazio e voce a questo mio desiderio di sperimentare e l’ho fatto con un corso di Gabriele Muccino. Lui è stata la persona che ha dato una svolta alla mia carriera. Oltre ad essere un bravissimo insegnante, è una persona che ti dà tante opportunità di crescita. Mi chiamò per fare i provini per “A casa tutti bene – la serie” per il ruolo di Luana. Lì ho preso il mio primo schiaffo, perché alla fine non mi prese. Mi ha poi dato la possibilità di fare un altro piccolo ruolo nella serie. Per me questa cosa è stata importante perché mi ha fatto capire che ci vuole tanta dedizione, tanta forza e che forse in quel momento era anche giusto così. Senza di lui non avrei fatto questo percorso, mi ha fatto luce e mi ha dato dei consigli che ho poi colto.
D: Oltre a Muccino hai seguito tanti master: da Ferzan Ozpetek a Paolo Genovese. Che insegnamenti ti hanno dato che ti sono stati utili per la tua carriera?
R: Ho avuto la possibilità di conoscere diversi registi e diversi approcci. La mia curiosità è cresciuta e ho iniziato a cercare coach di recitazione in tutto il mondo perché mi rendo conto che la formazione è fondamentale. Di recente ho conosciuto un coach spagnolo che ci fece fare un esercizio appena entrati in classe. Ci ha detto di alzarci e di contare le mattonelle in un tempo specifico. Guardavo gli altri che contavano le mattonelle e allo scadere del tempo tutti hanno dato una risposta. Io ho risposto ‘Non lo so’. Lui mi ha detto una cosa che ha cambiato la visione della mia vita. Mi ha detto ‘alzati e ripeti insieme a me non sono più un’anoressica della vita’. E io l’ho ripetuto tante volte e inizialmente non lo capivo. Poi mi ha detto una frase che è presa da un film: ‘La vita è un banchetto, solo gli sciocchi muoiono di fame’. Era un invito a smollare la paura del giudizio, quella di sbagliare. Il compito era fare il viaggio. Da lì è cambiata la visione di tante cose e spero di essermela portata anche nella recitazione. Questo mestiere per me è fare l’esperienza.
L’amore per Anna Magnani
D: C’è stato un film, una serie tv o un attore in particolare che ti ha fatto esclamare “Voglio fare questo nella vita”?
R: La mia attrice del cuore è Anna Magnani. C’è qualcosa dentro di lei che mi rincorre e mi richiama. Addirittura me la sogno, sogno che mi dà i consigli. Anche se ti devo dire che il primo film che ho visto da piccola e che mi ha iniziato a far fantasticare è stato ‘Polvere di stelle’.
D: Cosa c’è in ballo dopo “Un amore”?
R: Ora sono in attesa di risposte, sto facendo dei bei provini e spero che possano andare in porto. Nel frattempo insieme a “Un amore” io ho girato un film che si chiama “Resvrgis“. Qui ho un personaggio completamente opposto a quello di Anna. Ora sto sperimentando l’attesa, sperando che finisca presto perché voglio tornare sul set.
D: La tua serie tv preferita?
R: “Scene da un matrimonio“. Lì c’è un bisogno di amore ruvido. C’è qualcosa che passa attraverso le ombre, lo trovo curioso.