Dawson’s Creek, Michelle Williams vince un premio e ringrazia Mary Beth Peil
Michelle Williams ha ringraziato Mary Beth Peil, con cui ha recitato in Dawson’s Creek, durante il discorso per un premio vinto
Le parole di Michelle Williams
Michelle Williams e la gratitudine infinita per sua “nonna” Mary Beth Peil. Le due attrici hanno lavorato tanti anni insieme in Dawson’s Creek. Nello storico teen drama che ha conosciuto migliaia di teenager in tutto il mondo erano nonna e nipote, protagoniste di un rapporto che è cresciuto stagione dopo stagione. E in una recente occasione la Williams non ha dimenticato quel ruolo che ha cambiato per sempre la sua vita e la sua carriera. Lo scorso 28 novembre Michelle, che è attualmente al cinema con il nuovo film di Steven Spielberg The Fabelmans, ha ricevuto il premio alla carriera agli ultimi Gotham Awards. Nel ritirare il premio l’attrice ha scelto parole commoventi in onore della Peil, con cui ha condiviso per anni il set e che è stata la sua vera guida nel mondo della recitazione.
Entra nel nostro gruppo WhatsApp per esser sempre aggiornato su serie tv e cinemaOgni volta che mi capita qualcosa di bello nella vita, posso risalire a una persona che avrebbe dovuto essere qui stasera, ma che, essendo newyorkese, vive in una realtà di cui non ha il controllo, quindi non è presente in sala, ma è nel mio cuore. Mary Beth Peil ha interpretato mia nonna in Dawson’s Creek. Ero una minorenne emancipata quando ci siamo conosciute. Avevo 16 anni ed ero completamente sola. Mary Beth Peil è stata la prima artista che ho incontrato nella mia vita. Non si definiva tale, ma c’era qualcosa di diverso in lei. Era il modo in cui faceva le domande, il modo in cui si intrometteva nelle conversazioni e il modo in cui sembrava entusiasta di ogni momento sul nostro televisore. Non sapevo cosa fosse questa qualità ineffabile, ma sapevo di voler avvicinare la mia sedia alla sua.
Michelle Williams ha poi aggiunto di aver conosciuto la Peil nelle vesti di interprete, di cantante e di madre e ha sottolineato come fosse in grado di fare qualsiasi cosa.
Mi ha mostrato che la creatività era più di una semplice professione. E tutta questa vitalità si è miracolosamente rivolta verso di me. Il suo volto sorridente mi guardava e mi chiamava la sua ragazza. Mi ha raccontato storie su New York e mi ha detto che era un posto dove sarei potuta andare e avrei potuto costruirmi una vita. Mi disse che avrei dovuto provare a fare teatro. Ho iniziato a leggere opere e a parlarne con lei, e lei mi ha incoraggiato: ‘Sì, sì. È meraviglioso, ragazza mia. Dovresti farlo, dovresti provare’.
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All’epoca non ero un’artista o una madre; non ero nemmeno diplomata. Onestamente ero a malapena una Michelle; avevo appena ottenuto che la gente smettesse di chiamarmi Shelly. Ma ora ero la ragazza di Mary Beth. E questo mi rendeva qualcuno.