Eleonora Giovanardi a Ciak Generation

eleonora giovanardi
si ringrazia Sara Battelli – foto di Andrea Ciccalè
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Eleonora Giovanardi è tornata al Rome Film Fest e questa volta ci ha portati fino in ‘California’. Tuttavia “La California” che dà il titolo al film non fa riferimento alla West Coast ma è il nome di un paesino in provincia di Modena che fa da cornice alla storia di cui è tra i protagonisti. La pellicola, diretta dalla regista Cinzia Bomoll, racconta la storia di due gemelle (interpretate dal noto duo de Le Donatella) concepite durante un amore giovanissimo e immaturo tra Yuri, cantante punk poi diventato allevatore di maiali (interpretato dal cantante Lodo Guenzi) e Palmira, interpretata dalla Giovanardi. Nel corso dell’intervista l’attrice ci ha regalato qualche dettaglio in più sul film, in uscita nelle sale a partire dal prossimo 24 novembre. Spazio poi a un excursus nella sua carriera, equamente divisa tra teatro, cinema e tv.

D: Sei nel cast del film “La California”, presentato il 18 ottobre al Rome Film Fest nella sezione ‘Freestyle’ e che uscirà nelle sale cinematografiche a partire dal 24 novembre. Ci racconti qualcosa di più del tuo ruolo e della trama?

R: Io interpreto Palmira che è una donna che ha avuto due gemelle, interpretate da Silvia e Giulia Provvedi (Le Donatella, ndr) molto presto, quando aveva 16 anni. La storia è incentrata sulla loro vita in questo paese, che si chiama California, in provincia di Modena. Potremmo definirlo un “thriller della Bassa” che è anche un po’ un romanzo di crescita in cui si deve ‘abbandonare o uccidere l’ombra’ (in termini psicoanalatici) per continuare a vivere. Ci sono anche dei tratti più buffi. È una storia totalmente emiliana, una storia storta. Palmira è un’ex militante del FGCI e aveva un futuro nel partito ma per la nascita delle due gemelle, che molto probabilmente non ha mai accettato, ha dovuto abbandonare il suo futuro. Si troverà poi, suo malgrado, legata a questo punk (interpretato da Lodo Guenzi) che è il padre delle figlie. Un amore che è sbocciato troppo presto e che poi in realtà si rivela un amore più vero di quello che si poteva immaginare. Tutto questo viene condito da una serie di personaggi eccezionali, emiliani doc. È la prima volta sullo schermo di Nina Zilli; c’è Andrea Roncato che interpreta mio padre; Andrea Mingardi; Enrico Salimbeni. Siamo circondati da emiliani eccezionali.

D: Ho letto una definizione de “La California” come di un film ‘sospeso tra il noir e la comedy’ (da MyMovies.it, ndr). Una doppia anima che, leggendo un po’ il tuo curriculum e il tuo spaziare tra il genere drammatico e il comico, potrebbe descriverti. Ti rivedi in questa descrizione?

R: Assolutamente sì, anche perché credo che la divisione in generi sia poco utile. Mi ritrovo in questa descrizione de “La California” perché non è incasellabile in nessuna categoria. Sono d’accordo con te, io mi trovo a non voler decidere. Secondo me i personaggi più comici hanno alla base una tristezza e una solitudine.

D: Per te si tratta di un ritorno alla Festa del Cinema di Roma. Proprio l’anno scorso qui hai presentato il corto “Paura del buio”. Che emozione si prova a tornare ogni anno in una cornice del genere?

R: C’è un motivo se si chiama “Festa” e non “Festival”. È come un appuntamento dove si vedono facce amiche. È un po’ anche un circo, va tutto molto veloce ed è rumoroso ma è veramente una festa. In fin dei conti noi siamo qui a presentare delle storie e qui si vede, per la prima volta, come queste riescono a coinvolgere un pubblico e per me questo è molto importante. Inoltre si ha la possibilità di vedere per la prima volta su uno schermo gigante il film. È un bel passaggio.

D: “La California” ha una narratrice speciale che è Piera Degli Esposti, straordinaria attrice che è scomparsa lo scorso anno. Hai avuto modo di lavorare con lei o di conoscerla?

R: Purtroppo non ho avuto modo di conoscerla. Questo è un progetto che la regista Cinzia Bomoll aveva in cassetto da anni. Mentre eravamo impegnati con le riprese la scorsa estate Piera aveva deciso di registrare le voci così da essere sicura di avere la possibilità di essere la voce narrante. La sua voce narrante accompagna tutta la vicenda. È l’ultimo regalo che ci ha fatto ed è molto emozionante.

D: Il tuo debutto sul grande schermo è avvenuto con “Quo Vado?” di Checco Zalone, il film italiano con il maggior incasso di sempre nella storia del cinema. Come hai affrontato all’epoca questo successo forse inaspettato?

R: È stata una bella botta. Mentre giravo il film non sapevo a cosa stavo andando incontro. Mi sono trovata molto bene con Luca (il vero nome di Checco Zalone, ndr) e Gennaro (Nunziante, il regista ndr). Tutta la parte dopo è stata per me più complessa. Io vengo dal teatro, un mondo diverso, e quindi tutto quello che è venuto dopo non so neanche se l’ho gestito per bene. Di sicuro mi ha molto colpita da tutti i punti di vista, sia emotivo che lavorativo.

D: E a proposito di numeri 1 della comicità, sei stata per diversi anni al fianco di Maurizio Crozza prima in “Crozza nel paese delle Meraviglie” e poi in “Fratelli di Crozza”. Che esperienza è stata e come ti ha formata come attrice?

R: Il lavoro con Maurizio era molto teatrale perché, anche se si trattava di un programma televisivo, eravamo dal vivo in studio con il pubblico. Quello che mi ha dato Maurizio è la sicurezza di essere una buona spalla. Mi ha aiutata molto a livello ritmico e seguire, in un certo senso, la musica dettata dal protagonista. Maurizio mi ha resa molto più sicura da questo punto di vista.

D: Tra le tante attività in cui sei impegnata c’è anche l’insegnamento della recitazione. Qual è il primo consiglio che dai a un giovane che sogna di diventare un attore?

R: Io prima di tutto ascolto. Non sono arrivata al punto di poter insegnare qualcosa e non so se ci arriverò mai. Invece mi interessa molto capire perché qualcuno vuole fare questo lavoro. Io credo che la motivazione va definita molto bene agli inizi perché altrimenti tutto quello che avviene è molto facile che ti confonda.

D: Qual è la tua serie tv preferita?

R: Questo è difficilissimo perché è come scegliere il film preferito. La prima che mi viene in mente è The Handmaid’s Tale. Mi ha molto segnata dal punto di vista del drama e per i temi trattati, che mi toccano molto da vicino perché sono temi per cui combatto. Per quanto riguarda il mondo delle comedy ti direi Sex Education. Io guardo di tutto. Adesso sto guardando Dahmer e ho da poco finito di guardare Workin’ Moms.