Quando venne fuori che Marc Cherry, dopo la fine di quel gioiellino del terzo millennio che è stato Desperate Housewives, stava lavorando alla produzione di una nuova sitcom per Lifetime incentrata su un gruppo di domestiche alle prese coi segreti dei loro ricchi datori di lavoro, si gridò subito al sicuro doppione, o quantomeno a un surrogato delle casalinghe per mantenere Cherry ancora a galla nel mare dello showbiz. Gli ingredienti per il successo, dall’umorismo irriverente alla stravaganza dei personaggi, dalle storie intriganti agli intrecci riusciti, c’erano tutti, ma tutti si erano già visti proprio in Desperate. Eppure l’errore fu di primo acchito proprio il fatto di considerare quel già visto come un’originalità di Desperate, non invece come un marchio del suo autore, una costante del suo stile, che ora sappiamo essere inconfondibile. E a ben vedere, infatti, in Devious Maids manca quella dose di dark che serpeggiava segretamente in Desperate, così come a Desperate mancavano le situazioni esagerate e i caratteri naif fra i personaggi di Devious.

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