Scorri le foto in alto e guarda la classifica delle migliori serie tv del 2016!

Le migliori serie tv dall’ultimo al primo posto: scorri le foto e scopri la classifica!

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20. AMERICAN HORROR STORY
Con Roanoke, Ryan Murphy e i suoi sono riusciti a riscattarsi dal disastroso Hotel, anche se non completamente. Straordinarie le interpretazioni di alcuni degli attori, fra cui Sarah Paulson versione inglesotta e Kathy Bates consueta pazza assassina. Menzione d’onore anche per Adina Porter, ma il finale ha lasciato l’amaro in bocca.

19. ORANGE IS THE NEW BLACK
Una conferma anche la quarta stagione di Orange is the New Black, più ritmata della precedente, e certamente più densa di suspense ed emozioni. Teneri e quasi poetici gli episodi dedicati a Suzanne e Poussey.

18. THE WALKING DEAD
L’arrivo di Negan ha scombinato ancora una volta le carte sul tavolo delle storyline di The Walking Dead, che sempre più proiettato verso i disastri combinati tra gli uomini per riportare ordine e giustizia, ha ormai ridotto gli zombie a puri spettri di sottofondo. Jeffrey Dean Morgan è già diventato una vera icona dello show.

17. SILICON VALLEY
Prosegue anche quest’anno l’umorismo cinico e dissacrante dei nerd di Silicon Valley, ottima comedy incentrata su un gruppo di giovani programmatori alle prese con i problemi sul lavoro e i rapporti interpersonali, secondo una narrazione affatto lineare e dialoghi carichi di umorismo e tecnicismi per esperti.

16. UNBREAKABLE KIMMY SCHMIDT
L’ingenuità e l’innocenza di Kimmy Schmidt hanno conquistato spettatori e riconoscimenti, soprattutto per una freschezza e un’originalità nella scrittura – proiettata con nostalgia verso gli anni Novanta-, che sono tipiche dell’umorismo e della simpatia della creatrice Tina Fey.

15. SENSE8
Il gruppo di sconosciuti intimamente legati da connessioni psichiche di Sense8 ha conquistato critica e pubblico, rimandando il messaggio secondo cui gli esseri umani sono tutti al pari fra loro, a dispetto della cultura o l’estrazione sociale cui appartengono.

14. CRISIS IN SIX SCENES
La prima serie diretta da Woody Allen. Sei brevi episodi girati come un film, in cui il più famoso nevrotico newyorkese, che qui non muta il consueto personaggio, è un tipo tranquillo di periferia la cui vita sarà sconvolta dall’arrivo di una criminale in fuga. Lo scontro tra generazioni, l’una impulsiva e volitiva, l’altra ormai disillusa e mitigata dal tempo, è perfettamente rappresentato nei mirabili duetti verbali tra Allen e la sorprendente Miley Cyrus.

13. THE GOOD PLACE
Kristen Bell è protagonista di questa graziosissima comedy ambientata in un raffinato paradiso di persone oneste, con le quali tuttavia la sua Eleonor non ha nulla a che vedere. E’ il trionfo dell’equivoco, con risate più che assicurate.

12. GAME OF THRONES
Jon Snow è resuscitato ricongiungendo due degli Stark e riprendendosi Grande Inverno. Fra la nuova sovrana di Westeros, la leadership di Daenerys e l’arrivo degli Estranei, non sono mancate ancora una volta tensioni e colpi di scena nel nuovo capitolo della saga di George R. R. Martin.

11. THE NIGHT OF
Che cosa sarà veramente accaduto la sera in cui il giovane Naz ha conosciuto la bella Andrea? Un misterioso viaggio alla scoperta di una verità devastante dietro l’altra, sempre col fiato sospeso.

10. AMERICAN CRIME STORY
Il modello antologico di Ryan Murphy si sposta dall’horror alla cronaca giudiziaria americana, e al caso di O.J. Simpson. Una cascata di premi per una serie avvincente e ben scritta, con una bravissima Sarah Paulson.

9. THE YOUNG POPE
La sorpresa del palinsesto italiano di quest’anno, con cui Sorrentino si è misurato nella serialità , ha visto un Jude Law in versione pontefice incorreggibile e tormentato con la fede: un successo di critica e di scrittura.

8. NARCOS
Continua l’avvincente saga del narcotrafficante più famoso al mondo, stavolta alle prese con il cartello di Cali. L’ottimo Wagner Moura, il cui volto è ormai noto anche a chi non abbia mai visto la serie, contribuisce come di consueto a reggere persino da solo l’intera narrazione.

7. BLACK MIRROR
La serie Netflix incentrata sull’annosa questione della validità o del pericolo che si cela dietro il progresso tecnologico è arrivata ormai alla terza stagione. Ancora una volta le atmosfere cupe, incentivate da una fotografia magistrale, hanno conquistato orde di spettatori.

6. THE CROWN
Peter Morgan torna a spalancarci le porte sui più reconditi segreti della vita di corte a Buckingham Palace, facendoci conoscere sentimenti e affetti di una giovane regina Elisabetta II. Plauso meritatissimo a Claire Foy nelle parti della protagonista, e al creatore della serie per aver risvegliato l’interesse storico dei più autentici significati insiti nel mandato divino ricevuto dal monarca inglese.

5. THIS IS US
Malgrado la serie terminerà soltanto nel 2017, già ci sentiamo di dire che This is Us è una delle più sorprendenti serie degli ultimi anni, capace di commuovere e divertire, senza far mai smettere di pensare.

4. WESTWORLD
Anthony Hopkins è al vertice di un universo distopico in cui ci si immerge in un’esperienza interattiva con robot che abitano il vecchio Far West. Un intreccio che pu non convincere solo all’apparenza, perché in grado di scomodare l’eterno e tormentato dibattito su etica e scienza.

3. TRANSPARENT
La dark-comedy targata Amazon tratta dall’esperienza biografica della creatrice, il cui padre si scoprì transessuale in tarda età , è arrivata ormai alla terza stagione. Confermate l’ottima sceneggiatura, le sapienti interpretazioni dei protagonisti, e il servizio sociale che un prodotto del genere compie contribuendo alla comune visione “trasparente” del mondo LGBT.

2. STRANGER THINGS
La serie Netflix che più ha sorpreso quest’anno è stata sicuramente Stranger Things, già divenuta cult per le atmosfere retr, la trama fantascientifica coinvolgente ed evocativa, e un cast di piccoli al quale è impossibile non affezionarsi.

1. THE OA
Al primo posto della nostra classifica, c’è per The OA. La serie Netflix di ultima uscita merita tutte le attenzioni possibili, per il cast ben assortito, la profondità della scrittura, l’originalità e la sorpresa dell’intreccio, gli immancabili colpi di scena, la regia coi suoi ampi voli ad uccello, la poesia delle scene, le musiche avvolgenti e le sinuose coreografie. Tutto questo rende The OA una piccola, vera opera d’arte.

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