L’autore della serie sul suicidio di Hannah: “Credo fosse necessario mostrarlo”

Sheff, tra i produttori della serie, ha difeso più volte le scene in cui viene mostrato il triste epilogo di Hannah Baker. In un’intervista su Vanity Fair l’uomo ha confessato che, dalla sua personale esperienza, era necessario che la ragazza raccontasse la sua storia.

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Se quella donna non mi avesse raccontato la sua storia, non sarei qui ora“, ha detto Sheff, dopo aver confessato di aver tentato il suicidio ma di essersi fermato al ricordo delle vicende di una donna che gli aveva raccontato di come aveva provato a togliersi la vita. “Mi sarei perso tutti questi straordinari doni che ho nella mia vita ora“.

L’esperienza diretta con il suicidio, dunque, ha portato Sheff a non voler risparmiare le scene cruente e realistiche della morte di Hannah al pubblico, per far sì che la voce della giovane riecheggiasse nelle loro menti qualora avessero voluto compiere un gesto efferato. Nonostante ciò, secondo alcuni – tra cui gli autori dello studio – un lieto fine avrebbe causato meno danni sociali. In effetti ciò che è mancato in Tredici è stato un messaggio di speranza, nei confronti di situazioni difficili e delicate come quelle trattate dalla serie.

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